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SVIZZERALa pianificazione familiare non è tra le priorità dell'aiuto allo sviluppo elvetico

30.05.14 - 15:03
La pianificazione familiare non è tra le priorità dell'aiuto allo sviluppo elvetico

BERNA - Migliorare l'informazione e l'assistenza piuttosto che distribuire preservativi. In vista del voto sull'iniziativa popolare "Stop alla sovrappopolazione - sì alla conservazione delle basi naturali della vita" dell'Associazione ecologia e popolazione (Ecopop) il Consiglio federale ha precisato l'impegno elvetico nell'ambito della pianificazione familiare nei paesi in via di sviluppo, che quest'anno ammonterà circa a 90 milioni di franchi. Lo indica una nota odierna dell'amministrazione federale.

 

In particolare il governo ha approvato un rapporto in merito, elaborato in risposta a un postulato della consigliera nazionale Doris Fiala (PLR/ZH) sull'educazione sanitaria e sessuale nei Paesi in via di sviluppo per lottare contro l’HIV/Aids e l'esplosione demografica. Nel resoconto si approfondisce il ruolo svolto dalla Svizzera nel promuovere la salute sessuale e riproduttiva in questi paesi.

 

Il tema è di stretta attualità: nel corso della sessione estiva delle Camere, che inizia lunedì, il Consiglio nazionale si occuperà infatti dell'iniziativa Ecopop. Essa chiede che, accanto a una drastica limitazione dell'immigrazione, almeno il 10% dei fondi stanziati dalla Confederazione per l'aiuto allo sviluppo siano utilizzati per misure di pianificazione familiare nei paesi interessati. Governo e Consiglio degli Stati hanno già espresso parere negativo e probabilmente il Nazionale andrà nella stessa direzione.

 

Nella nota odierna, si sottolinea come il Consiglio federale prediliga un approccio globale in materia, imperniato su fattori considerati decisivi come "misure mirate di lotta contro la povertà, uguaglianza di genere, educazione ed empowerment femminile". Il governo ricorda che programmi specifici adottati in passato per influenzare le dinamiche demografiche nei paesi in via di sviluppo si sono rivelati invece "problematici o poco efficaci".

 

Le attività promosse dalla Confederazione a livello internazionale si ispirano a questo approccio globale: la Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) prevede infatti "un impegno specifico al settore della salute sessuale e riproduttiva, in cui rientrano la prevenzione, l'accesso alle cure medico-sanitarie compresa l'assistenza pre e post parto nonché i presupposti di base per decidere liberamente se, quando e quanti figli mettere al mondo".

 

Ats

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