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SVIZZERAImmigrazione, big del PS a favore dell'iniziativa UDC

15.12.13 - 13:24
Rudolf Strahm, ex Consigliere nazionale bernese, ritiene la libera circolazione "un progetto che disprezza l'essere umano"
Foto Keystone Gaetan Bally
Immigrazione, big del PS a favore dell'iniziativa UDC
Rudolf Strahm, ex Consigliere nazionale bernese, ritiene la libera circolazione "un progetto che disprezza l'essere umano"

BERNA - Sostegno dai ranghi socialisti all'iniziativa dell'UDC "Contro l'immigrazione di massa": per l'ex consigliere nazionale bernese Rudolf Strahm, ex Mister prezzi e figura di spicco del PS, il testo in votazione il 9 febbraio è un necessario segnale di sveglia all'indirizzo del Consiglio federale. E la libera circolazione è un progetto che disprezza l'essere umano.

 

"Dico a ogni singolo consigliere federale: avete bisogno di una sconfitta, perché altrimenti non si arriverà ad avere misure accompagnatorie per la popolazione residente in abito sociale, della formazione e dell'alloggio", afferma l'economista in un'intervista pubblicata oggi dalla "Schweiz am Sonntag". Le misure accompagnatorie vigenti sono efficaci solo nei settori in cui vige un contratto collettivo di lavoro, ma in questi rami è impiegato solo il 45% dei lavoratori.

 

Secondo Strahm sul lungo periodo la libera circolazione delle persone non può funzionare se non con un salario minimo che interessi tutti i campi di attività. È semplicemente impensabile avere un modello di migrazione come quello esistente fra paesi con differenze salariali e di disoccupazione pari a 10 a 1.

 

Noto per le sue posizioni pragmatiche, Strahm non manca anche di criticare duramente la sinistra. "Riguardo al tema migrazione il PS è molto, molto lontano dalle preoccupazioni dei cittadini", si rammarica l'ex deputato, al Nazionale fra il 1991 e il 2004. "La libera circolazione è fondamentalmente un progetto neoliberale: il fattore di produzione lavoro deve essere reso mobile in tutta l'Europa e gli aggiustamenti all'interno del mercato comune devono avvenire con i lavoratori spostati di qui e di là come vagoni merci". Nel mercato comune, con le quattro cosiddette "libertà" di movimento (merci, servizi, capitale, lavoro) si ignorano completamente i problemi sociali, culturali e formativi: "un progetto che disprezza l'essere umano, cosa che molti esponenti di sinistra idealisti a lungo non hanno voluto riconoscere".

 

Ma dire sì all'iniziativa non significherebbe denunciare gli accordi bilaterali? "Chi minaccia con la fine dei bilaterali? Sono i professori di diritto europeo e quelli che fanno campagna per Economiesuisse", risponde Strahm. L'UE non si ritirerebbe dal trattato sulla libera circolazione, per farlo avrebbe infatti bisogno dell'assenso di tutti i 28 stati membri.

 

Sempre secondo il 70enne non si possono fissare limiti obiettivi alla migrazione. "Il mio primo interesse è rivolto soprattutto alle carenze degli immigrati in materia di formazione e di integrazione, che alla fine portano a un carico del sistema sociale".

 

Riassumendo secondo Strahm, in passato criticato dalla sinistra del partito, "pur con tutta la distanza necessaria nei confronti della politica migratoria dell'UDC, serve un mezzo di pressione popolare per spingere la Berna federale a ideare un progetto migratorio a lungo termine e a decidere ulteriori misure accompagnatorie per proteggere i salari dalle conseguenze negative della libera circolazione. Oggi non sussiste a questo proposito alcuna volontà del Consiglio federale. Si sceglie la via più agevole, si accettano le richieste di Bruxelles e si conta sui milioni di Economiesuisse" (per la campagna di votazione, ndr).

 

Ats

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