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BERNAPrevidenza 2020, i fondi risparmiati non andranno all'AVS

14.12.17 - 09:13
Bocciate dal Consiglio degli Stati le proposte di conciliazione
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Previdenza 2020, i fondi risparmiati non andranno all'AVS
Bocciate dal Consiglio degli Stati le proposte di conciliazione

BERNA - L'AVS non riceverà 370 dei 442 milioni risparmiati dopo la bocciatura alle urne della Previdenza 2020. Con 25 voti contro 16 e 2 astenuti, il Consiglio degli Stati ha bocciato oggi la proposta della Conferenza di conciliazione in merito al preventivo 2018 della Confederazione. La totalità della somma risparmiata servirà quindi all'abbattimento del debito.

Dopo un tira e molla durato tre settimane, alla Camera dei cantoni la maggioranza composta da PLR e PPD ha fatto pendere la bilancia per la bocciatura della proposta della conciliazione.

La soluzione che quest'ultima aveva proposto era nettamente più vicina a quella della Camera del popolo che voleva destinare all'AVS la totalità dei soldi risparmiati dopo la votazione del 24 settembre scorso. I "senatori" avevano invece sempre ribadito di voler destinare parte dei soldi - 295 milioni - al Finanziamento del fondo per l'infrastruttura ferroviaria e il rimanente - 147 milioni - all'abbattimento del debito.

Sulla proposta avrebbe dovuto pronunciarsi in mattinata anche il Nazionale. Tuttavia in materia di preventivo o di crediti aggiuntivi, se una delle due Camere respinge le proposte della conciliazione prevale la decisione della terza deliberazione che prevede l'importo più basso.

Quindi la decisione del Nazionale non è più necessaria. Ciò significa che sulle altre divergenze che sussistevano tra i due rami del Parlamento, prevale la versione meno onerosa: vi sarà quindi un taglio di 41 milioni all'aiuto sociale per i richiedenti asilo, a causa di un probabile calo delle domande, come proposto dalla Camera del popolo.

Si rinuncerà inoltre all'attribuzione di 25,6 milioni supplementari alla formazione professionale superiore e di 1,94 milioni in più all'Amministrazione federale delle dogane per aumentare di 30 posti gli effettivi delle guardie di confine. Su queste ultime proposte prevale il preventivo più basso deciso dagli Stati nella terza deliberazione.

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