Il consiglere federale ticinese ha difeso la scelta del Governo davanti agli ex colleghi del Nazionale: «Si tratta in media di 130 milioni all'anno, corrispondenti a 1.25 franchi al mese per abitante»
BERNA - Il "tasto reset", evocato in un'intervista da Ignazio Cassis prima della sua elezione in Consiglio federale, è «riferito all'accordo istituzionale, che è solo un elemento della politica europea». Lo ha affermato lui stesso oggi al Consiglio nazionale durante la tradizione "Ora delle domande".
Chiamato dal consigliere nazionale Lorenzo Quadri (LEGA/TI) a rispondere ad alcuni quesiti sul secondo miliardo di coesione, Cassis ha affermato che il popolo non dovrà esprimersi in materia. «Trattandosi di una decisione finanziaria non sarà sottoposta a referendum», ha spiegato il consigliere federale in quello che è stato il suo primo intervento in Parlamento come ministro degli esteri.
L'importo oggi previsto di 1,3 miliardi di franchi è identico a quello del 2007, ha ricordato Cassis. «Si tratta in media di 130 milioni di franchi all'anno, corrispondenti a fr. 1.25 al mese a testa per ogni abitante».
Il progetto di dettaglio sarà preparato entro la fine di marzo del prossimo anno. «Il Consiglio federale deciderà allora e soltanto allora» il contenuto da porre in consultazione, ha precisato il titolare del Dipartimento degli affari esteri (DFAE).
Gli obiettivi del primo miliardo stanziato nel 2006 e del secondo annunciato a fine novembre sono identici: «Stabilizzare l'Est europeo, ridurre le disuguaglianze tra i Paesi e consentire così un terreno fertile ai rapporti commerciali, scientifici e culturali tra questi Paesi e la Svizzera».