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SVIZZERAIslam religione di Stato? «La Svizzera non può fare il primo passo»

19.11.17 - 19:24
Il presidente del Ps Christian Levrat promuove la creazione di un islam svizzero e moderato riconosciuto dallo Stato. Marco Chiesa: «Ingenuo pensare che la riforma avvenga con il riconoscimento»
Tipress
Islam religione di Stato? «La Svizzera non può fare il primo passo»
Il presidente del Ps Christian Levrat promuove la creazione di un islam svizzero e moderato riconosciuto dallo Stato. Marco Chiesa: «Ingenuo pensare che la riforma avvenga con il riconoscimento»

BERNA - «Abbiamo sviluppato una road map per un islam svizzero assieme ai rappresentanti della comunità musulmana e a studiosi di religione», ha dichiarato il presidente del Ps svizzero Christian Levrat alla Sonntags Zeitung. Il Partito socialista, ha spiegato, ritiene che sia questa la via migliore per promuovere una modernizzazione della religione musulmana. A condizione che questa si avvicini ai valori e ai diritti occidentali: in particolare per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani e la parità dei diritti fra uomo e donna. Levrat chiede anche trasparenza sui finanziamenti, l’istituzione di un percorso di istruzione per gli imam e l’organizzazione attività caritatevoli. A quel punto: «L’islam ha diritto a una rappresentanza nella vita pubblica, a suoi cimiteri, all’ammissione della cura pastorale, all’uso delle aule per l’educazione religiosa e alla tassa di culto - così come le chiese cristiane nazionali», ha aggiunto Levrat.

Il riconoscimento, poi, toccherà ai singoli cantoni. In Ticino l’opposizione non si fa attendere. «Sono fermamente contrario a riconoscere una religione i cui dettami si scontrano con i valori della nostra costituzione», afferma il consigliere nazionale Udc Marco Chiesa.  «Levrat e il Ps sono disposti a chiudere gli occhi sul fatto che in queste comunità vi siano imam e fedeli che professano principi quali l’inferiorità della donna rispetto all’uomo e l’uccisione degli infedeli. Sono estremamente sorpreso poi di non aver mai sentito le donne di sinistra indignarsi per il trattamento riservato loro dall’islam». La mossa socialista sarebbe puramente elettorale: «Mirano evidentemente ai voti dei 160’000 musulmani che hanno un passaporto svizzero».

La riforma, secondo il deputato democentrista, deve nascere dalla comunità islamica: «È colpevolmente ingenuo pensare che la modernizzazione venga dal riconoscimento, deve invece avvenire all’interno dell’islam stesso». Insomma, in questo caso non c’è modo che la montagna vada da Maometto: «Un islam svizzero potrà forse un giorno esistere, ma non può essere la Svizzera a fare il primo passo, deve farlo l’islam in direzione dei nostri valori e della nostra costituzione».

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