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SVIZZERAEntro l’estate prossima avremo un’identità elettronica

15.11.17 - 15:00
Il Consiglio federale vuole emanare «regole chiare», in modo che l'identificazione online sia verificabile, univoca e riconosciuta dallo Stato
fotolia
Entro l’estate prossima avremo un’identità elettronica
Il Consiglio federale vuole emanare «regole chiare», in modo che l'identificazione online sia verificabile, univoca e riconosciuta dallo Stato

BERNA - Un sempre maggior numero di persone svolge online le attività più disparate, per le quali ha bisogno di un'identità elettronica. Il Consiglio federale vuole pertanto emanare "regole chiare" riguardo a quest'ultima, in modo che l'identificazione sia verificabile, univoca e riconosciuta dallo Stato, afferma la consigliera federale Simonetta Sommaruga in conferenza stampa oggi a Berna.

Nella seduta odierna, il governo ha quindi incaricato il Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) di elaborare un disegno di legge federale sui servizi d'identificazione elettronica (legge sull'eID) entro l'estate 2018.

Questo permetterà agli utenti in Svizzera di identificarsi online per usufruire di determinate offerte, ad esempio acquistare biglietti per i trasporti pubblici, «mantenendo il completo controllo dei propri dati», precisa la ministra di giustizia e polizia. Questa necessità è emersa evidente dalla consultazione.

Occorre anche impedire che a qualcuno possa essere rilasciata un'identità elettronica falsa. A questo scopo sarà istituito un apposito servizio aggregato al DFGP, che gestisce già i registri ufficiali pertinenti.

«Attualmente è necessario utilizzare un nome utente e una password (account) non solo per i servizi di ecommerce, ma anche per esempio in determinati ambiti per il contatto con le autorità o per esempio per accedere al dossier elettronico del paziente», spiega Sommaruga. «Lo scopo è ora di creare i presupposti per avere un unico account regolato dallo Stato che semplifichi queste azioni ed eviti abusi», riassume la consigliera federale.

Per quanto riguarda i supporti tecnologici (per esempio i telefoni cellulari, le carte bancarie o gli abbonamenti per i trasporti pubblici), su cui saranno concretamente registrate queste identità elettroniche, essi saranno gestiti da fornitori non statali, ma sottoposti a una severa procedura di riconoscimento e a controlli regolari da parte dello Stato. A tal proposito sarà istituito un Servizio di riconoscimento presso il Dipartimento federale delle finanze (DFF).

Il Consiglio federale ritiene tale ripartizione dei compiti ottimale per bilanciare il bisogno di innovazione e quello di regole. È necessario avere questi intermediari tra lo Stato e i cittadini poiché «non è compito dello Stato decidere sulle soluzioni tecniche da usare», spiega Sommaruga.

Alla domanda se quindi nel caso in cui una persona perdesse il proprio cellulare dovrebbe renderne conto allo Stato per via dei dati presenti sul dispositivo, Martin Dumermuth, direttore dell'Ufficio federale di giustizia ha rassicurato: «Con solo i supporti tecnologici non si può far nulla, poiché non sono presenti dati sensibili. L'identità elettronica non è un documento ufficiale. I dati rimangono presenti nei registri statali, quindi lo Stato si trova sia all'inizio che alla fine di questo processo». Inoltre, «i fornitori privati non verificano direttamente i dati personali».

I dati d'identificazione personale (come nome, sesso o data di nascita) possono essere trasmessi a terzi (per esempio ai servizi online) solo una volta ottenuto l'espresso consenso dei clienti a cui appartengono. Il potere decisionale sull'impiego e sullo sblocco dei dati «risiede esclusivamente nelle mani della persona interessata», dichiara Sommaruga.

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