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SVIZZERA«L'iniziativa "alimenti equi" va respinta»

28.09.17 - 09:50
Il Consiglio nazionale ritiene inutile e difficilmente applicabile la proposta dei Verdi
«L'iniziativa "alimenti equi" va respinta»
Il Consiglio nazionale ritiene inutile e difficilmente applicabile la proposta dei Verdi

BERNA - L'iniziativa popolare "Per alimenti equi" dei Verdi è inutile, di difficile se non impossibile applicazione e contraria agli accordi commerciali internazionali sottoscritti dalla Confederazione. Per tutti questi motivi, il Consiglio nazionale ha raccomandato oggi a popolo e Cantoni di respingerla, decidendo anche di non opporle un controprogetto. Il dossier va agli Stati.

L'iniziativa dei Verdi intende promuovere la produzione di cibo - il 50% importato dall'estero, n.d. r - proveniente da un'agricoltura rispettosa dell'ambiente, della protezione degli animali e di condizioni di lavoro eque. Il testo mira in particolare a ridurre le ripercussioni sull'ambiente del trasporto e del deposito, oltre che lo spreco di alimenti.

L'iniziativa ha beneficiato del sostegno dei soli ecologisti e di una parte dei socialisti, mentre tutti gli altri partiti si sono detti contrari. Al voto, il testo di modifica costituzionale è stato respinto con 125 voti a 37 e 23 astenuti.

Il controprogetto diretto, ossia a livello costituzionale, non ha avuto miglior fortuna, venendo bocciato per 119 voti a 60 e 2 astenuti. Lo hanno sostenuto, oltre ai Verdi, anche socialisti e Verdi liberali. Questo testo era assai più blando dell'iniziativa, ossia meno vincolante.

Per diversi esponenti di PLR, UDC e PPD, spalleggiati in aula dal consigliere federale Alain Berset, l'iniziativa non va demonizzata poiché si pone obiettivi senz'altro condivisibili. Tuttavia ha un difetto importante poiché fa capo a misure protezionistiche in contrasto con le regole dell'Organizzazione mondiale del commercio.

Sussiste inoltre il rischio, hanno sostenuto diversi oratori, che vengano adottate ritorsioni non solo nei confronti dei prodotti agricoli elvetici, ma anche industriali. Insomma, sono in pericolo diversi accordi di libero scambio con Paesi per noi importanti, è stato più volte ripetuto in aula.

Un'eventuale adozione dell'iniziativa potrebbe impedire alla Svizzera di sottoscrivere altre intese simili. Non si tratta certo di un buon viatico per un Paese che vive di scambi.

Per la maggioranza del plenum, inoltre, l'iniziativa è di fatto inapplicabile poiché vuole imporre agli Stati esteri gli standard elvetici in materia di protezione degli animali e di produzione dei prodotti agricoli. Tuttavia, nulla viene detto su come controllare che determinate esigenze vengano rispettate dai produttori stranieri.

I controlli alle frontiere rischierebbero quindi di tradursi in una specie di mostro burocratico costoso e poco efficiente. La proposta di modifica costituzionale è quindi difficilmente applicabile. L'iniziativa rischia di far rincarare i prodotti importati, specie i generi alimentari, incitando paradossalmente il turismo degli acquisti.

Secondo gli oppositori, inoltre, molti degli obiettivi che si pone l'iniziativa sono in parte adempiuti dal nuovo articolo costituzionale adottato domenica scorsa da popolo e Cantoni riguardante la sicurezza alimentare.

Il ministro dell'Interno Alain Berset ha sottolineato durante il suo intervento che molti degli obiettivi che si pone l'iniziativa fanno già parte della strategia elvetica in materia di produzione sostenibile di derrate alimentari e protezione degli animali, strategia perseguita non solo in Svizzera, ma anche a livello internazionale. L'iniziativa è solo quindi un doppione inutile che potrebbe crearci solo problemi a livello internazionale.

Un'opinione non condivisa né dai Verdi né da parte del PS, secondo cui il testo in discussione permette finalmente di concretizzare alcuni degli obiettivi generali perseguiti dal nuovo articolo costituzionale sulla sicurezza alimentare.

Per Louis Schelbert (Verdi/LU), l'iniziativa per "alimenti equi" rappresenta un passo necessario che non farà rincarare i prezzi dei generi alimentari. Essa risponde alle esigenze dei consumatori favorevoli all'acquisto di beni prodotti nel rispetto degli animali e dell'ambiente.

Si tratta in fondo di dare un segnale a livello nazionale e internazionale, favorendo il consumo di generi di prima necessità sostenibili, ossia di qualità, in contrasto con le tendenze attuali dell'agricoltura industriale che produce a costi bassissimi solo per aumentare i profitti.

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