Cerca e trova immobili

BERNAIl CSt ribadisce: il tasso di conversione va compensato con un rafforzamento dell'AVS

07.03.17 - 12:00
Il CSt ribadisce: il tasso di conversione va compensato con un rafforzamento dell'AVS

BERNA - Il previsto abbassamento dal 6,8% al 6% del tasso di conversione - che serve a calcolare le rendite pensionistiche - va compensato con un rafforzamento dell'AVS. Lo ha ribadito oggi il Consiglio degli Stati - con 25 voti contro 18 e 2 astenuti - durante l'esame della riforma Previdenza per la vecchiaia 2020.

Per PPD e PS, che alla Camera dei cantoni hanno la maggioranza, la riduzione del tasso di conversione - necessaria per far fronte all'aumento della speranza di vita - va controbilanciata anche con un supplemento di 70 franchi sulla rendita AVS e l'aumento del tetto massimo per i coniugi dal 150 al 155%.

Sconfitta dunque la minoranza composta da PLR e UDC che avrebbe voluto una compensazione quasi esclusivamente nell'ambito della previdenza professionale, così come previsto dal Consiglio nazionale. La soluzione per la Camera del popolo risiede nell'aumento dei prelievi salariali, tramite una modifica delle aliquote per gli accrediti di vecchiaia e la soppressione della deduzione di coordinamento.

La Camera dei cantoni ha poi nuovamente sostenuto la necessità di aumentare l'IVA di un punto percentuale. Con un incremento di solo 0,6 punti, come vorrebbe il Nazionale, non sarà possibile garantire a lungo termine il finanziamento del fondo AVS, ha sostenuto il consigliere federale Alain Berset.

L'incremento avverrà a tappe ma inizialmente il tasso rimarrà invariato: nel 2018 terminerà infatti il supplemento di 0,4 punti dell'IVA destinato all'AI per il suo risanamento. Contemporaneamente entrerà in vigore un aumento di 0,1 punti attribuito alla ferrovia (decisione presa nell'ambito del progetto FAIF) e di 0,3 punti assegnati proprio all'AVS.

Un secondo incremento di 0,3 punti sarà effettivo quando l'età pensionabile delle donne avrà raggiunto 65 anni (ossia tre anni dopo l'entrata in vigore della riforma, come già deciso nelle passate sedute).

Oggi, gli Stati hanno anche tacitamente ribadito che non intendono modificare il diritto vigente riguardante le rendite per vedove/i e orfani. Il Nazionale aveva limitato il diritto alla rendita alle persone vedove che al momento del decesso del coniuge hanno un figlio di età inferiore ai 18 anni oppure un figlio agli studi di età inferiore ai 25 anni o che si occupano di un figlio bisognoso di cure.

La Camera dei cantoni ha poi definitivamente bocciato - in modo tacito - la proposta del Nazionale di aumentare automaticamente fino a 67 anni l'età pensionabile in caso di ristrettezze finanziare dell'AVS.

La palla passa al Consiglio nazionale

Il dossier torna ora al Nazionale, le discussioni sono previste lunedì prossimo. Viste le enormi divergenze che oppongono le due Camere, è molto probabile che si vada in Conferenza di conciliazione, che è già in agenda per l'ultimo giovedì della sessione.

Secondo diversi osservatori della vita politica federale, è probabile che la Conferenza di conciliazione scelga la variante fin qui difesa dagli Stati, ossia la compensazione in seno all'AVS dell'abbassamento del tasso di conversione. Per far sì che tale soluzione venga accettata dal Consiglio nazionale, il PPD e la sinistra necessitano del consenso di una decina di deputati che oggi hanno votato l'altra variante (ossia UDC, PLR e PVL). Tali voti potrebbero venire dai Verdi liberali e dalla lobby contadina.

L'esito dell'intera riforma è dunque più che mai incerto. L'ultimo scoglio parlamentare, che non sarà evidente da superare, sarà poi costituito dalle votazioni finali previste per venerdì 17 marzo. L'ultima parola, come sempre in caso di modifiche costituzionali, spetterà al popolo e la votazione dovrebbe tenersi il prossimo 24 settembre.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE