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BERNAI cantoni di domicilio devono assumersi i costi delle cure effettuate in istituti esterni

21.09.16 - 10:44
I cantoni di domicilio devono assumersi i costi delle cure effettuate in istituti esterni

BERNA - Sarà il cantone di domicilio a dover finanziare le cure dei suoi cittadini in istituti situati fuori dai suoi confini e non coperti dall'assicurazione malattie. L'assicurato potrebbe pure passare alla cassa. Il Consiglio degli Stati ha adottato oggi con 40 voti senza opposizioni un progetto in tal senso. Il Nazionale deve ancora pronunciarsi.

Dall'entrata in vigore del nuovo regime di finanziamento nel 2011, sussistono problemi concernenti le cure fornite durante un soggiorno in una struttura medicalizzata situata al di fuori del cantone di domicilio. Lo stesso dicasi per i servizi di assistenza e cura a domicilio.

Non si sa infatti più chi deve pagare i cosiddetti "costi residui", ovvero quelli non coperti dall'assicurazione malattie. Uno dei problemi consiste nella distinzione tra un'entrata volontaria in un istituto e un collocamento (considerato come un "ingresso forzato"). Le pratiche divergono da un luogo all'altro, ha spiegato Pascale Bruderer (PS/AG) a nome della commissione. Da qui scaturisce il conflitto tra i cantoni sul pagamento della fattura.

La legge prevede che l'assicurazione malattie si assuma un importo a seconda del bisogno di cure. L'assicurato versa fino al 20% di un importo massimo fissato dal Consiglio federale.

Nel 2013, il numero di soggiorni extracantonali ammontava a 5339, ovvero il 3,6% del totale dei clienti delle case di cura. Ma la proporzione varia fortemente da un luogo all'altro. Soltanto l'1% dei pensionati vodesi risiedono in un istituto fuori dal cantone. A Soletta, invece, questa quota è del 10%.

Cantone di domicilio - In un primo momento, il Consiglio federale avrebbe voluto risolvere il problema d'intesa con le autorità cantonali. Ma queste ultime non sono riuscite a trovare una soluzione soddisfacente. Allora le Camere hanno elaborato un progetto sulla base di un'iniziativa parlamentare dell'ex consigliera agli Stati Christine Egerszegi (PLR/AG).

La revisione della legge sull'assicurazione malattie prevede che i "costi residui" siano sempre coperti dal cantone di domicilio, così come avviene per le prestazioni complementari. La nuova regolamentazione si applicherà alle cure ambulatoriali prodigate in un altro cantone.

Altro problema: taluni pazienti di strutture medicalizzate devono sobbarcarsi "spese di assistenza" talvolta esorbitanti oppure riescono a farsi rimborsare soltanto molto più tardi.

Semplificazione - Nel presentare il suo atto parlamentare, la Egerszegi si era inoltre stizzita di fronte alla complessità di un sistema che fa coesistere dodici modelli di partecipazione per l'assicurato ai costi dei servizi di assistenza e cura a domicilio. La revisione della legge ha il merito di semplificare le cose, ha rilevato Pascale Bruderer.

Essa consente inoltre ai cantoni che offrono un numero di posti in istituti superiore ai bisogni della popolazione di non essere penalizzati sul piano finanziario.

Altri vantaggi: le autorità cantonali non hanno più interesse a influire su un cambiamento di domicilio e i costi sono presi a carico dal cantone in cui il paziente ha generalmente pagato le sue imposte durante diversi anni.

E l'assicurato? - Ogni cantone potrà inoltre definire l'importo del finanziamento residuo, secondo la propria regolamentazione. Questa libertà comprende tuttavia il rischio che i soldi versati non coprano sempre i costi effettivamente praticati.

Potrebbero essere più bassi di quelli fissati dal cantone in cui si trova la casa di cura. L'assicurato potrebbe quindi passare alla cassa. Vi potrebbero essere trasferimenti finanziari tra i cantoni ma l'ampiezza è impossibile da quantificare.

La soluzione perfetta non esiste, ha spiegato il ministro della sanità Alain Berset, ma - a suo dire - i vantaggi sono superiori agli sconvenienti.
 
 

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