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BERNA Divieto del burqa, al via la raccolta firme per l'iniziativa popolare

15.03.16 - 08:10
L'iniziativa popolare "Sì al divieto di dissimulare il proprio viso" ha rispettato le esigenze legali richieste dalla Costituzione federale
Divieto del burqa, al via la raccolta firme per l'iniziativa popolare
L'iniziativa popolare "Sì al divieto di dissimulare il proprio viso" ha rispettato le esigenze legali richieste dalla Costituzione federale

BERNA - L'iniziativa popolare "Sì al divieto di dissimulare il proprio viso" rispetta le esigenze legali richieste dalla Costituzione federale. È quanto si legge oggi sul Foglio federale. Il comitato promotore può dare avvio alla raccolta delle 100 mila firme necessarie.

Nel comitato che ha lanciato l'iniziativa - testo che si ispira a una modifica costituzionale accolta dall'elettorato ticinese nel 2013 - figurano tra l'altro l'ex Consigliera di stato Marina Masoni (PLR), Giorgio Ghiringhelli del movimento politico il Guastafeste (all'origine dell'iniziativa ticinese contro la dissimulazione del viso in luoghi pubblici) e Iris Canonica.

L'iniziativa popolare, promossa dal Comitato di Egerkingen (SO), mira ad estendere la proibizione di dissimulare il viso in vigore a Sud delle Alpi a tutto il territorio nazionale. Nel Ticino la Carta fondamentale è stata completata come segue: "Nessuno può dissimulare o nascondere il proprio viso nelle vie pubbliche e nei luoghi aperti al pubblico (ad eccezione dei luoghi di culto) o destinati ad offrire un servizio pubblico". La legge non menziona esplicitamente burqa e niqab.

Il testo promosso dal Comitato di Egerkingen, fondato dall'ex consigliere nazionale Ulrich Schlüer (UDC/ZH) e dal consigliere nazionale Walter Wobmann (UDC/SO) - tra l'altro all'origine quest'ultimo dell'iniziativa anti minareti, n.d.r) - prevede tuttavia eccezioni (per motivi di sicurezza, sanitari, climatici o legati alle usanze tradizionali, come il carnevale). Il periodo di attesa per l'applicazione è stato fissato a due anni.

Il divieto del mascheramento risponde, secondo i sostenitori, a esigenze di sicurezza e di civiltà: da un lato ha un effetto dissuasivo per chi si nasconde il volto col fine di commettere atti di teppismo, dall'altro risponde a esigenze della nostra civiltà occidentale.

In uno stato democratico, la libera espressione delle opinioni esige l'interazione con gli altri, interazione che è possibile solo a viso scoperto. Farsi riconoscere è quindi fondamentale e rappresenta un valore base della nostra società.

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