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SVIZZERADanni per amianto, "10 anni per chiedere il risarcimento"

15.12.15 - 13:32
Danni per amianto, "10 anni per chiedere il risarcimento"

BERNA - Le persone che in passato hanno subito un danno, quali ad esempio i lavoratori esposti all'amianto, dovrebbero disporre - come oggi - di un termine di prescrizione assoluto di 10 anni per chiedere un risarcimento alla giustizia. Lo ha deciso, a sorpresa, il Consiglio degli Stati nell'ambito del dibattito sul diritto in materia di prescrizione, distanziandosi così sia dal Consiglio federale (che proponeva un termine di 30 anni) sia dalla Camera del popolo (20 anni). Il dossier ritorna quindi al Nazionale.

La consigliera federale Simonetta Sommaruga ha tentato invano di convincere il plenum che la prescrizione assoluta di 30 anni rappresenta un buon compromesso e una soluzione ragionevole per quelle persone che si ammalano di patologie che si manifestano tardi.

Riferendosi alle vittime dell'amianto, tale scadenza massima tiene conto sia delle vittime che degli interessi legittimi di chi ha causato un danno, tanto è vero che il Consiglio federale ha deciso di porre un limite alla possibilità di adire i tribunali.

Inoltre, ha precisato la ministra di giustizia e polizia, la proposta del Governo tiene conto di una recente sentenza della Corte europea dei diritti umani che ha dato torto alla Svizzera e ragione a una vittima dell'asbesto, cui è stato precluso l'accesso ai tribunali a causa dei termini di prescrizione in Svizzera giudicati troppo corti.

La maggioranza di centro-destra, con 23 voti contro 21, ha tuttavia preferito seguire la proposta di minoranza della commissione preparatoria. "Il limite attuale è sufficiente, andare oltre significa dare false speranze alle vittime", ha sottolineato con successo Thomas Hefti (PLR/GL).

Dal canto suo, il "senatore" Thomas Minder (indipendente/SH) ha criticato il progetto, giudicandolo troppo complesso. A suo avviso, esso non consentirà di risolvere tutti i problemi. Altri oratori hanno rimproverato al Governo e alla maggioranza della commissione di essersi lasciata guidare dalle emozioni suscitate dai casi di decesso dovuti all'inalazione di asbesto.

I "senatori" hanno invece voluto introdurre una norma transitoria - destinata alla sole vittime dell'amianto -, secondo cui chi ha subito danni alla salute provocati da questa sostanza disporrà di un termine supplementare di un anno a contare dall'entrata in vigore della modifica di legge per chiedere un risarcimento o una riparazione del torto morale. Si tratta insomma di una deroga al principio "ciò che è prescritto è prescritto".

Solo l'UDC ha tentato invano di opporsi a questa disposizione transitoria. Secondo Alex Kuprecht (UDC/SZ), "tale norma porterà un'insicurezza giuridica, nefasta per l'economia". "Tra il 1984 e il 2012, 1560 decessi in Svizzera sono imputabili all'amianto", ha replicato Pirmin Bischof (PPD/SO) a nome della commissione.

Il campo d'applicazione di tale norma transitoria sarà circoscritto alle sole persone direttamente danneggiate, ha aggiunto il "senatore" popolare-democratico. La norma, inoltre, si applicherà soltanto a titolo sussidiario. Essa non varrà infatti se nel momento di presentare una azione legale sarà già stato istituito un regime speciale sul risarcimento delle vittime dell'amianto, come preconizzato dalla tavola rotonda guidata dall'ex consigliere federale Moritz Leuenberger.

Pur essendo stata approvata alla fine, con 35 voti e 8 astenuti, la revisione discussa oggi non fa tuttavia l'unanimità. Il Nazionale, a cui ritorna il dossier, potrà correggere talune decisioni degli Stati. Nel settembre 2014 la Camera del popolo aveva accolto la riforma con 84 voti a 45 e 59 astensioni.

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