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SVIZZERASvolta energetica Sì, ma con un occhio all'economia

23.09.15 - 20:10
Così come il Nazionale a dicembre, anche il Consiglio degli Stati ha approvato oggi la Strategia energetica 2050 del Consiglio federale, ma portando alcune modifiche a livello finanziario
Parlament.ch
Svolta energetica Sì, ma con un occhio all'economia
Così come il Nazionale a dicembre, anche il Consiglio degli Stati ha approvato oggi la Strategia energetica 2050 del Consiglio federale, ma portando alcune modifiche a livello finanziario

BERNA - Come ampiamente prevedibile, dopo il Nazionale in dicembre, anche il Consiglio degli Stati ha approvato oggi (27 voti a 4 e 8 astenuti) dopo tre giorni di dibattiti intensi, la Strategia energetica 2050 del Consiglio federale, correggendola in alcuni punti per renderla più compatibile con le esigenze del mercato. Il dossier ritorna alla Camera del popolo per le divergenze.

Durante il dibattito, il plenum ha respinto sia quegli emendamenti - provenienti perlopiù dal campo rosso-verde - destinati ad inasprire il progetto governativo al fine di accelerare la svolta energetica, sia le proposte della destra più vicina agli ambienti economici volte ad edulcorarlo eccessivamente.

Il plenum ha confermato quasi in toto le proposte uscite dalla sua commissione preparatoria mediante le quali la Svizzera dovrà affrancarsi progressivamente dalle fonti energetiche fossili e dall'atomo, incentivando maggiormente le energie rinnovabili, l'efficienza e la riduzione dei consumi.

No limiti a esercizio centrali nucleari - Quanto al nucleare, tra le decisioni che faranno senz'altro discutere figura il "niet" a un limite massimo d'esercizio per gli impianti più vecchi (oltre 40 anni di esercizio, come Beznau, in rete dal 1969) e all'obbligo posto ai gestori degli impianti più recenti di presentare un piano di gestione a lungo termine.

Gli ecologisti sono "verdi" di rabbia: il progetto governativo funge infatti da controprogetto indiretto alla loro iniziativa popolare "Per un abbandono pianificato dell'energia nucleare", testo che il Nazionale ha già raccomandato a popolo e cantoni di respingere. Gli Stati dovrebbero fare altrettanto.

La Camera dei cantoni ha tuttavia confermato il divieto di rilasciare autorizzazioni quadro per la costruzione di nuove centrali nucleari, allineandosi su questo aspetto al Consiglio federale e al Nazionale.

Energie pulite, sostegno limitato nel tempo - La preoccupazione per rendere la riforma più vicina alle esigenze del mercato e il meno "pesante" possibile per le aziende, ha lasciato il proprio marchio su quasi tutto il progetto. Diversamente dal Nazionale, per esempio, gli Stati hanno deciso di limitare nel tempo il sostegno alle energie rinnovabili.

Sei anni dopo l'entrata in vigore della legge non dovranno più essere accettati nuovi impianti nel sistema di rimunerazione per l'immissione di elettricità (RIC), strumento che permette di coprire la differenza fra il costo di produzione e il prezzo di mercato, garantendo ai produttori di elettricità di non produrre in perdita. Dal 2031, poi, cesseranno anche le restanti rimunerazioni (rimunerazione unica, contributi agli investimenti, garanzie per la geotermia, bandi di gara ed emolumenti e tasse per la protezione delle acque).

Per accelerare gli incentivi, il supplemento rete (che serve anche al finanziamento della RIC) aumenterà al limite massimo di 2,3 centesimi/kWh già un anno dopo l'entrata in vigore della normativa per poi essere ridotto in un secondo tempo in funzione del fabbisogno. Agendo in questo modo, viene messo in risalto lo scopo precipuo del sistema di incentivazione, cioè offrire rapidamente uno sbocco sul mercato alle nuove tecnologie grazie ad un finanziamento iniziale.

Oltre a ciò, i produttori di elettricità da fonti rinnovabili dovranno vendere l'energia generata sul mercato. In questo modo saranno incentivati a produrre in base al fabbisogno. Il Nazionale aveva optato per un modello di promozione diverso che permette ai produttori di scegliere se vendere la propria elettricità direttamente sul mercato o approfittare del ricavo derivante dalla garanzia di ritiro.

Il plusvalore ecologico risultante dalla produzione di elettricità pulita continuerà ad aggiungersi al ricavo conseguito con la vendita di questa energia sul mercato.

Al pari del Nazionale, la Camera dei cantoni ha inoltre deciso che, in futuro, dovrebbe essere possibile realizzare centrali idroelettriche, di pompaggio/turbinaggio o eoliche a partire da una certa taglia o importanza in zone naturali protette, esclusi i biotopi di importanza nazionale e le riserve di selvaggina e per gli uccelli migratori. Rispetto al Nazionale, i "senatori" hanno inasprito le condizioni da rispettare per la costruzione di impianti in queste zone

Obiettivi produzione al ribasso - Altro esempio del "primato" dell'economia sulle considerazioni ambientali è la decisione dei "senatori" di abbassare da 14'500 GWh a 11'400 GWh gli obiettivi di produzione interna media di elettricità (senza l'idroelettrico) da raggiungere entro il 2035.

Il plenum ha respinto sia una proposta della "senatrice" Pascale Bruderer (PS/AG) volta a confermare in toto gli obiettivi fissati dalla Camera del popolo, sia l'idea di stralciare questa sezione dalla Legge sull'energia come richiesto da Georges Theiler (PLR/LU).

Maggiore sostegno a settore idroelettrico - Il plenum ha deciso anche di sostenere - includendole nel sistema di rimunerazione per l'immissione di elettricità (RIC) - le centrali idroelettriche con una potenza compresa tra 300 kW (microcentrali) e i 10 MW (10'000 kW), ossia i grandi impianti. Attualmente non esiste alcun limite minimo.

Non contento, il plenum ha stabilito inoltre la possibilità di aiuti statali per le grandi centrali idroelettriche in difficoltà e la cui esistenza è minacciata a lungo termine: la costante erosione dei prezzi della corrente è alla base di questa decisione.

Tale sostegno verrebbe concesso caso per caso e solo per gli impianti con una potenza di almeno 10 MW. Gestori e proprietari verrebbero chiamati a partecipare, come anche i cantoni, che dovrebbero abbassare il canone per i diritti d'acqua a 90 franchi per kW di potenza lorda.

La Confederazione verserebbe la parte rimanente prelevando 0,2 ct. per kWh dal supplemento di rete che il plenum ha fissato a 2.3 ct./kWh. L'aiuto finanziario è limitato ed è concesso fino a un massimo di cinque anni dall'entrata in vigore della legge.

Una minoranza di destra si è battuta contro un sostegno delle grandi centrali idroelettriche. No tuttavia anche a prestiti ventennali per la costruzione di nuovi impianti a tassi agevolati, come voleva Martin Schmid (PLR/GR).

No a esigenze minime per migliorare efficienza - Altro punto sul quale il peso degli interessi delle aziende si è fatto sentire: l'efficienza. Il plenum non ha voluto saperne, diversamente dal Nazionale, di stabilire esigenze vincolanti per gli impianti di riscaldamento, una delle fonti più inquinanti.

Per la maggioranza, Il Consiglio federale può già promulgare disposizioni sugli apparecchi prodotti in serie, installazioni e veicoli al fine di ottenere una riduzione dei consumi, tenendo conto dei progressi della tecnica e del contesto internazionale.

Gli Stati, in disaccordo col Nazionale, non ha voluto nemmeno fissare obiettivi in questa materia per i gestori di rete.

Automobili, meno emissioni di CO2 - Tra i punti sui quali il progetto governativo è uscito praticamente indenne, nonostante l'ostruzionismo di parte di alcuni rappresentanti del campo "borghese", figurano gli obiettivi di riduzione delle emissioni prodotte dai veicoli, obiettivi d'altronde che figurano nell'agenda internazionale del Governo.

Le emissioni massime di gas serra per le vetture da turismo nuove dovranno essere portate entro il 2020 a 95 grammi di CO2/km in media (fine 2015: 130 g di CO2/km). Tagli sono anche previsti per i trattori a sella leggeri - veicoli costruiti per trainare semirimorchi n.d.r. - e i veicoli commerciali (fino a 3,5 tonnellate): 147 g di CO2 entro il 2020.

Al pari del Nazionale, gli Stati hanno deciso di non aumentare per il momento la tassa sul CO2. Il plenum ha poi bocciato la proposta della propria commissione di prelevare una tassa sulla corrente elettrica proveniente da fonti energetiche fossili, ossia sulla corrente importata prodotta con carbone.

Più mezzi per risanamento immobili e sostegno geotermia - Al pari del Consiglio nazionale, anche il Consiglio degli Stati intende sostenere maggiormente - dagli attuali 300 milioni a 450 milioni l'anno - le misure volte al risanamento degli immobili al fine di tagliare le emissioni di CO2.

Dei 450 milioni annui al massimo destinati alle ristrutturazioni incassati con la tassa sul CO2, una parte verrebbe destinata alla geotermia. Rispetto alla Camera del popolo, quella dei cantoni ha deciso di porre un tetto massimo di 30 milioni destinati a questa tecnologia.

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