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SVIZZERA9 febbraio, i Cantoni vogliono fissare autonomamente il numero massimo dei frontalieri

19.06.15 - 14:53
La Conferenza dei governi cantonali condivide sostanzialmente la posizione del Consiglio federale
9 febbraio, i Cantoni vogliono fissare autonomamente il numero massimo dei frontalieri
La Conferenza dei governi cantonali condivide sostanzialmente la posizione del Consiglio federale

BERNA - I Cantoni fondamentalmente condividono la posizione del Consiglio federale per l'attuazione dell'articolo costituzionale relativo alla limitazione dell'immigrazione, accolto in votazione il 9 febbraio 2014. L'introduzione di contingenti è un passo necessario, ma contemporaneamente va salvaguardata la via bilaterale tra Berna e Bruxelles, sostengono.

Il Consiglio federale ha posto in consultazione in febbraio il suo progetto. Prevede contingenti annuali per pressoché tutti gli stranieri e priorità al reclutamento della forza lavoro residente.

Nel disegno del governo gli obiettivi saranno codificati in una revisione della Legge federale sugli stranieri (LStr) e, soprattutto, dell'Accordo sulla libera circolazione delle persone (ALC).

Proprio per questa ragione moltissimi ambienti consultati, in primis i partiti, hanno giudicato negativamente il progetto del governo. A eccezione dell'UDC che chiede un'applicazione rigorosa del testo, auspicano infatti un progetto conciliabile con gli accordi bilaterali.

Nella documentazione diffusa oggi al termine della sua assemblea plenaria, tenuta a Berna, la Conferenza dei governi cantonali (CdC) non fa eccezione. "La messa in questione della via bilaterale costituirebbe un rischio notevole per l'economia", scrive la CdC.

Le nuove disposizioni costituzionali non dicono "cosa accadrebbe se l'ALC non potesse essere adattato alla revisione della LStr. Se ciò dovesse accadere bisognerebbe decidere un nuovo modo di procedere. I Cantoni danno per certo che saranno associati ai lavori".

In merito ai contingenti, la CdC chiede che siano fissati, assieme ai tetti massimi d'immigrazione, in accordo con i Cantoni tenendo conto dei loro bisogni. La CdC è contraria alla partecipazione dei partner sociali alla commissione sull'immigrazione, che il Consiglio federale prevede d'istituire.

I Cantoni vogliono inoltre fissare autonomamente il numero massimo di frontalieri. "Per definizione", scrive la CdC, questa categoria di lavoratori non è assimilabile a immigrati e un trattamento a parte nei loro confronti si giustifica dunque pienamente.

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