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SVIZZERAPioggia di indicazioni di voto da PS, PLR, PPD, Verdi e PBD

26.04.15 - 17:11
Pioggia di indicazioni di voto da PS, PLR, PPD, Verdi e PBD

BERNA - Dichiarazioni di battaglia in vista delle elezioni federali di ottobre e una pioggia di indicazioni di voto per il 14 giugno: cinque partiti elvetici (PS, PLR, PPD, Verdi e PBD) hanno tenuto ieri le assemblee dei delegati.

A sorpresa la diagnosi preimpianto ha diviso più il PS, i cui lavori si tenevano a Berna, che il PPD, riunito a Brugg (AG). Il partito di ispirazione cristiana ha raccomandato il sì con 120 voti contro 83, mentre i socialisti - pur essendo a maggioranza favorevoli - hanno optato di misura (89 contro 86) per la libertà di voto. Ha quindi prevalso l'idea che la complessità della materia imponga una posizione sfumata. Ben più chiara è stata la posizione del PLR (sì 194, no 6, astenuti 9), dei Verdi (sì per 52 a 22) e del PBD (sì per 98 a 15).

Convenuti a Briga (VS), i liberali radicali si sono opposti al nuovo sistema di riscossione del canone radiotelevisivo: diversi delegati hanno parlato di una tassa sui media, di un nuovo balzello di cui l'economia al momento non ha proprio bisogno. La posizione critica ha prevalso con 136 voti contro 78. Su questo tema l'indicazione di voto è invece per il sì da parte di PS (149 contro 2 e 2 astensioni), PPD (186 a 25), Verdi (69 a 10) e PBD (79 a 23).

L'iniziativa sulle borse di studio ha ottenuto amplissimo sostegno da parte di Verdi, riuniti a Renans (VD), e PS. Presso il PLR il tema è passato solo - senza trovare alcun favorevole - davanti alla conferenza dei presidenti cantonali. Il PPD ha optato per il no con 171 voti contro 16 e 2 astensioni e sulla stessa linea si è mosso a Gossau (SG) il PBD (117 a 2).

Anche sull'imposta di successione le opinioni sono apparse già da lungo fatte. Il PLR l'ha respinta all'unanimità, mentre il PPD si era espresso in modo negativo già nel 2013, prima ancora che l'oggetto passasse in parlamento. Il PBD l'aveva già bocciato nell'ottobre scorso. Sull'altro fronte PS e Verdi - fra i promotori dell'iniziativa, che vuole tassare le eredità milionarie - hanno raccomandato il sì.

Si completa quindi lo scacchiere delle indicazioni di voto per il 14 giugno. Il più grande partito svizzero, l'UDC, ha già deciso per quattro no.

Le assemblee sono state anche l'occasione per serrare i ranghi in vista dell'appuntamento elettorale di ottobre. Il più euforico, spinto dagli ultimi buoni risultati nei cantoni, è apparso il presidente PLR Philipp Müller: "dobbiamo superare il PS e diventare la seconda forza politica del paese", ha affermato. Riguardo alle congiunzioni di liste Müller ha detto che queste da sole non garantiscono la vittoria, anche se è importante che le formazioni di destra collaborino.

Il presidente PS Christian Levrat ha auspicato più impegno in favore dei profughi. Anche secondo la presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga Berna non fa abbastanza con la decisione di accogliere 3000 siriani nei prossimi tre anni, annunciata all'inizio di marzo dal Consiglio federale. La ministra di giustizia anche affrontato il tema dei diritti di gay e lesbiche, esprimendo l'auspicio che gli omosessuali possano presto sposarsi a loro volta come gli altri.

In casa PPD il presidente Christophe Darbellay ha chiesto ai membri del partito di mobilitarsi al massimo. Attualmente i sondaggi mostrano che il PPD è un po' sotto i risultati del 2011, ha ricordato il consigliere nazionale vallesano. Rimangono però sei mesi per convincere l'elettorato. L'obiettivo è rafforzarsi o perlomeno mantenere le posizioni al Nazionale e rimanere la formazione politica più importante al Consiglio degli Stati.

La mobilitazione è stato il tema dominante anche presso i Verdi. Le due copresidenti, Regula Rytz e Adèle Thorens hanno detto di aver notato con soddisfazione il fatto che le sconfitte alle urne - Basilea Campagna, Lucerna, Zurigo e Ticino - hanno provocato una scossa in seno al partito. A loro avviso non si tratta di reinventare il partito, ma di mostrare meglio i punti di forza e i successi del movimento. Più diretto è stato il consigliere nazionale zurighese Bastien Girod: "se vogliamo proteggere il clima dobbiamo vincere le elezioni", perché votare UDC e PLR è riprovevole allo stesso modo che gettare rifiuti nel bosco.

Il presidente del PBD Martin Landolt si è mostrato fiducioso riguardo al futuro della sua formazione politica. Al momento i temi preferiti dai giornalisti e politologi - ha detto - sono un possibile collasso del partito e la sorte dalla consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf. Ma secondo Landolt "solo chi striscia non inciampa mai". "Siamo arrivati per restare", ha concluso.

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