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BERNAIl "forsennato di Bienne" a giudizio, parla l'agente ferito

07.01.13 - 09:50
Si apre il processo contro Peter Hans Kneubühl, che nel 2010 tenne sotto scacco la polizia bernese per nove giorni
Foto Keystone Sandro Campardo
Il "forsennato di Bienne" a giudizio, parla l'agente ferito
Si apre il processo contro Peter Hans Kneubühl, che nel 2010 tenne sotto scacco la polizia bernese per nove giorni

BIENNE - Il processo di Peter Hans Kneubühl, soprannominato "il forsennato di Bienne", suscita vasto interesse nella stampa: all'apertura dell'udienza stamane hanno assistito una trentina di media provenienti da tutta la Svizzera. Il dibattimento è iniziato con la testimonianza dell'agente gravemente ferito al capo l'8 settembre 2010 da un colpo esploso dallo stesso Kneubühl, oggi 69enne.

Il poliziotto faceva parte dell'unità speciale "Genziana" intervenuta al domicilio del pensionato dopo il tentativo infruttuoso delle forze dell'ordine di sfrattarlo. La sua casa era stata messa all'asta in modo coatto.

Kneubühl si era barricato nell'abitazione. La polizia aveva allora bloccato il quartiere e posto lo stabile sotto assedio. Dopo la mezzanotte il pensionato era però uscito in giardino e aveva sparato diversi colpi di fucile senza preavviso contro gli agenti, ferendone uno gravemente alla testa, ed era in seguito riuscito a fuggire.

Il poliziotto, che è presente al Tribunale regionale del Giura bernese-Seeland quale parte civile, ha fornito la propria versione dell'intervento. Dopo il ferimento ha trascorso due mesi all'ospedale. Oggi gode di buona salute ed è tornato a lavorare all'80%. Tuttavia, dopo gli avvenimenti del 2010, non è più in grado di sopportare lo stesso carico di stress e spesso soffre di mal di testa, ha riferito.

Kneubühl ha assistito con attenzione alla testimonianza del gendarme, ha posto domande con tono pacato e preso appunti. Il "forsennato" dovrebbe essere interrogato oggi pomeriggio.

Il tribunale deve decidere unicamente se l'uomo debba o no essere ritenuto responsabile dei suoi atti. I dibattimenti, previsti su un periodo di sette giorni, potrebbero dunque limitarsi a un'analisi psichiatrica. Il pubblico ministero ha rinunciato a rinviarlo a giudizio per tentato omicidio intenzionale e lesioni gravi ritenendo che Kneubühl soffrisse di gravi turbe psichiche al momento dei fatti. L'accusa chiede dunque al tribunale di decidere "misure terapeutiche stazionarie" in un istituto chiuso, in modo che l'uomo non possa commettere altre azioni inconsulte.

In assenza di atto d'accusa, le probabilità che sia fatta chiarezza sullo svolgimento esatto della vicenda appare assai remota. Non si potrà dunque appurare dove l'uomo si sia nascosto durante la fuga e se qualcuno gli abbia offerto rifugio. Kneubühl ha sempre sostenuto di non aver ricevuto aiuti.

Ats

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