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SVIZZERA / GERMANIAL'accordo fiscale con la Germania è riveduto, la firma domani

04.04.12 - 18:23
Sarà firmato domani a Berna, ma non a livello ministeriale, il riveduto e contestato accordo fiscale tra Germania e Svizzera
Keystone (archivio)
L'accordo fiscale con la Germania è riveduto, la firma domani
Sarà firmato domani a Berna, ma non a livello ministeriale, il riveduto e contestato accordo fiscale tra Germania e Svizzera

BERLINO - Sarà firmato domani a Berna, ma non a livello ministeriale, il riveduto e contestato accordo fiscale tra Germania e Svizzera. Il Consiglio federale ha accettato oggi il protocollo aggiuntivo che accresce le aliquote delle previste imposte liberatorie. Le modifiche sono state imposte dal governo tedesco, che spera così di venire a capo dell'opposizione rosso-verde in parlamento.

La notizia annunciata in mattinata a Berlino con riserva dal portavoce del ministero delle finanze tedesco Martin Kotthaus è stata confermata nel pomeriggio a Berna dal portavoce del Consiglio federale André Simonazzi, dopo la riunione del governo. La stampa sarà informata sui particolari dopo la firma dell'accordo, che per la Germania sarà apposta dall'ambasciatore in Svizzera.

Concessioni elvetiche

Il protocollo aggiuntivo modifica l'accordo firmato il 21 settembre 2011 a Berlino dai ministri delle finanze di Germania e Svizzera, Wolfgang Schäuble e Eveline Widmer-Schlumpf. Da parte ufficiale, in nessuno dei due paesi sono state fornite informazioni sulle modifiche apportate. Il portavoce tedesco Kotthaus si è limitato a dire che si è tenuto conto delle critiche espresse dai Länder a maggioranza rosso-verde.

Stando a fonti di stampa, Berna ha fatto concessioni di peso, tanto che anche in Svizzera si sono levate voci molto critiche nelle file borghesi. In particolare avrebbe accettato di portare dal 19-34% al 21-41% (a seconda della durata del deposito "in nero") l'ammontare dell'imposta liberatoria sui "vecchi" patrimoni tedeschi depositati in Svizzera evadendo il fisco. Berna avrebbe d'altro canto accettato di alzare al 29% l'aliquota dell'imposta liberatoria alla fonte sui futuri redditi dei capitali dei clienti delle banche elvetiche, contro il 26,375% previsto nel testo sottoscritto in settembre. Proponendo l'imposta liberatoria la Svizzera vuole evitare che le sia imposto lo scambio automatico di informazioni fiscali e dunque salvare il segreto bancario.

Opposizione rosso-verde

A Berlino, il portavoce del ministero delle finanze si è detto ottimista riguardo alla ratifica del trattato da parte del parlamento tedesco in modo che possa entrare in vigore come previsto il primo gennaio 2013. "Crediamo si tratti di un buon accordo", ha affermato Kotthaus, aggiungendo che con esso troveranno una soluzione anche le diverse interpretazioni del diritto tra i due paesi, che hanno portato al discusso mandato d'arresto elvetico per spionaggio economico spiccato contro tre funzionari del fisco tedeschi.

Schäuble dovrà convincere il Bundesrat, la camera dei Länder, in cui la coalizione al governo non dispone della maggioranza. Soprattutto da parte socialdemocratica le critiche sono state virulente negli ultimi giorni.

A Berlino si spera che passate le prossime elezioni regionali in due Länder (in particolare in Renania settentrionale-Vestfalia, il Land più popolato della Germania, attualmente a maggioranza rosso-verde) la retorica massimalista lasci il posto alla Realpolitik. Il ministero delle finanze calcola infatti che la tassazione a posteriori dei patrimoni tedeschi nelle banche elvetiche - sui quali circolano divergenti valutazioni di stampa che vanno dai 100 ai 200 miliardi di euro - dovrebbe fruttare almeno 10 miliardi di euro, tre per le casse federali e sette per quelle dei Länder.

Un'entrata in vigore dell'accordo a gennaio è stata caldamente auspicata anche da Eric Sarasin, presidente della Camera di commercio tedesco-svizzera, che ha oggi lanciato da Zurigo un'appello alle parti.

Denuncia penale contro Sommaruga

Poco prima che dalle due capitali giungesse l'annuncio della prossima firma, il giornale scandalistico tedesco "Bild" ha lanciato una sua piccola bomba mediatica, annunciando di aver presentato alla polizia di Berlino una denuncia penale contro la ministra svizzera di Giustizia e Polizia Simonetta Sommaruga per "tentato sequestro, denuncia mendace, coazione e complicità in evasione fiscale".

"Gli svizzeri vogliono gettare in prigione gli inquirenti fiscali se attraversano il confine per costringerli a non più indagare - e aiutano così gli evasori fiscali", scrive la "Bild", facendo riferimento al mandato d'arresto spiccato dal Ministero pubblico della Confederazione (il 20 marzo secondo il giornale) per spionaggio economico contro tre funzionari del fisco tedeschi. Costoro avrebbero partecipato alla transazione per ottenere un cd con dati del Credit Suisse, acquistato nel 2010 per 2,5 milioni di euro dal Land del Renania settentrionale-Vestfalia, al fine di trovare evasori fiscali.

Interpellato dall'ats, il sostituto caporedattore del tabloid Nilolaus Blome ha ammesso che si tratta più che altro di un'"azione pubblicistica" volta ad attirare l'attenzione dei lettori sulla questione dell'evasione fiscale "che si vuole seppellire - ha detto - con un accordo". Blome ha pure concesso che dal punto di vista formale Simonetta Sommaruga non è la persona giusta quale oggetto della denuncia (la Procura federale è ora autonoma e non dipende più dal suo dipartimento): "l'abbiamo scelta perché incarna la giustizia svizzera", ha affermato. A Berna la diretta interessata non ha voluto commentare la vicenda.

ATS

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