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BERNACN: iniziative popolari, no a tribunali prima raccolta delle firme

13.04.11 - 15:44
CN: iniziative popolari, no a tribunali prima raccolta delle firme
BERNA - Un tribunale non deve verificare prima della raccolta delle firme se un'iniziativa popolare è valida. Con 101 voti contro 47 e 16 astenuti, il Consiglio nazionale non ha voluto dar seguito a un'iniziativa parlamentare di Isabelle Moret (PLR/VD).

Minareti, rinvio di criminali stranieri, pena di morte: varie iniziative popolari che interessano il diritto internazionale continuano a sollevare problemi. Attualmente, la competenza decisionale spetta al parlamento, ma dopo che il testo popolare è stato depositato con oltre 100'000 firme valide.

Per evitare che i cittadini firmino un'iniziativa che verrebbe poi invalidata, ma anche per evitare di mettere le Camere sotto pressione una volta raccolto il numero legale di firme, Isabelle Moret avrebbe voluto risolvere la questione prima di dare il via alla raccolta delle sottoscrizioni.

Secondo la deputata radicale vodese, soltanto un'istanza giuridica, come una corte costituzionale e la corte plenaria del Tribunale federale, è competente per pronunciare un verdetto. Tuttavia, tale organo giuridico interverrebbe soltanto nei casi che danno palesemente adito a dubbi. Isabelle Moret non è tuttavia riuscita a raccogliere simpatie al di là della sinistra.

Nessuna fiducia nei giudici

La maggioranza non ha voluto saperne di un'ingerenza della giustizia in questo settore. La democrazia diretta si basa sul dialogo tra il popolo e i suoi eletti. Di conseguenza, essa ritiene che il parlamento è più idoneo dei giudici nel giustificare di fronte all'opinione pubblica una decisione di invalidare un progetto popolare.

Altra critica: non è opportuno procedere a un controllo costoso del genere per le iniziative che non hanno alcuna possibilità di riuscita. Anzi, si offrirebbe loro una cassa di risonanza gratuita. Preferisce che la sua commissione esamini le soluzioni proposte dal Consiglio federale.

Due soluzioni

La prima prevede una specie di "messa in guardia" nei confronti del cittadino. Prima di incominciare con la raccolta delle firme, l'Ufficio federale di giustizia e la Direzione del diritto internazionale pubblico del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) controllerebbero la compatibilità dell'iniziativa con il diritto internazionale.

Gli iniziativisti riceverebbero una perizia giuridica non vincolante che permetterebbe loro - senza esservi costretti - ad adattare il testo. Le conclusioni dell'esame verrebbero inoltre pubblicate sui formulati per la raccolta delle sottoscrizioni.

Seconda soluzione: mostrare maggior rigore in materia di validità. Attualmente, le iniziative devono soltanto rispettare le regole imperative del diritto internazionale (divieto del genocidio, della tortura, della schiavitù).

Il Consiglio federale propone di convalidare in futuro soltanto le iniziative che rispettano anche il "nocciolo duro inviolabile" dei diritti fondamentali costituzionali. A titolo d'esempio sono citati i divieti della pena di morte o dei matrimoni forzati.

ATS
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