Una donna di 45 anni ha avuto un grave attacco d'asma alla stazione di Zurigo, ma l'aiuto ricevuto non è quello che ci si aspetterebbe in questi casi
ZURIGO - Patricia Siegrist voleva prendere il treno per tornare a casa. Poiché il diretto, la sera, è disponibile solo ogni ora, dopo il concerto di Phil Collins di martedì ha deciso di correre. Risultato: il treno era partito e la donna si è ritrovava con un grave attacco d'asma.
«Stavo respirando pesantemente e stava peggiorando», spiega la 45enne. Non era la prima volta che aveva un attacco d'asma, ma mai così forte. «Ero vicina al soffocamento». Eppure nessuno si avvicinato per darle una mano: «C'erano oltre 50 persone sulla banchina, ma non mi è stato chiesto se avevo bisogno di aiuto. Mi hanno solo fissato».
Solo più tardi due uomini hanno chiamato l'attenzione di un dipendente delle FFS. Ciò l'ha scossa profondamente: «Sono scioccata dall'indifferenza della gente. Avrei certamente chiesto, in una situazione del genere, se tutto andava bene».
Dopo una lunga attesa, la donna è salita sul treno, giunto nel frattempo. «Avevo ancora una grave mancanza di fiato. Alcuni, a causa del mio stato, si sono persino spostati cambiando scompartimento». Solo due uomini più anziani, con aspetto orientale, hanno fatto in modo che un addetto si rendesse conto del problema.
«L'impiegato delle FFS si è seduto accanto a me e si è preso cura di me - prosegue la donna -. Ha anche chiesto l'intervento di un'ambulanza», prosegue la madre di due bambini. Le è stato persino chiesto se volesse una fermata straordinaria del treno, ma la donna ha rifiutato. I soccorritori erano ad attenderla a Rheinfelden.
«Sono stata portata in ospedale». Il 144 conferma l'intervento avvenuto a mezzanotte e mezza circa. Per la sventurata questo aiuto è stato importante: «Vorrei ringraziare tutte le persone coinvolte».
Contattate, le FFS si sono dette non al corrente di quanto accaduto, ma hanno approvato l'agire del dipendente. «Il personale del nostro treno è addestrato per le emergenze mediche», afferma il portavoce Daniele Pallecchi. In casi urgenti si può chiedere una fermata non programmata. «Il centro operativo sa quale stazione ferroviaria è la più adatta per un trasporto d'urgenza in ospedale».