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ANGOLA / SVIZZERAArrestati un uomo d'affari svizzero e il figlio dell'ex presidente

25.09.18 - 18:47
José Filomeno dos Santos e Jean-Claude Bastos de Morais sono accusati di esser coinvolti nel caso di appropriazione indebita a danno del fondo sovrano del Paese africano
Keystone / EPA
Arrestati un uomo d'affari svizzero e il figlio dell'ex presidente
José Filomeno dos Santos e Jean-Claude Bastos de Morais sono accusati di esser coinvolti nel caso di appropriazione indebita a danno del fondo sovrano del Paese africano

LUANDA - In Angola sono stati arrestati ieri uno dei figli dell'ex presidente José Eduardo dos Santos nonché l'uomo d'affari svizzero-angolano Jean-Claude Bastos de Morais. Entrambi sono accusati di esser coinvolti nel caso di appropriazione indebita a danno del fondo sovrano del Paese africano, ex colonia portoghese.

I due sono indagati per frode, distrazione di fondi, traffico di influenze, riciclaggio di denaro e associazione criminale, come anche altre personalità, tra le quali l'ex governatore della Banca centrale (BNA).

Indagato a marzo, José Filomeno dos Santos, ex capo del fondo sovrano angolano, è il primo membro della famiglia ad essere incarcerato. Secondo il Ministero delle finanze del Paese africano, Zenu, questo il suo soprannome, avrebbe messo in piedi una gigantesca frode che gli avrebbe consentito di intascare, con i suoi complici, fino a 1,5 miliardi di dollari a danno del fondo e dell'istituto centrale di emissione del Paese africano, ex colonia portoghese.

Dal canto suo, Jean-Claude Bastos de Morais, persona molto vicina al figlio di dos Santos che ha gestito una parte del fondo sovrano, è stato posto in detenzione preventiva. L'uomo d'affari avrebbe dedotto illecitamente mezzo miliardo di dollari dalle casse dell'Angola. Secondo le ricerche pubblicate in novembre sulla base dei Paradise Papers, Bastos amministrava il fondo di 5 miliardi di dollari attraverso il suo gruppo Quantum Global di Zugo, approfittando personalmente del mandato.

Trasferimento sospetto - La truffa era stata mascherata con un piano che avrebbe dovuto consentire all'Angola di beneficiare di 35 miliardi di dollari in finanziamenti, con una falsa garanzia della banca Credit Suisse. La frode è stata scoperta a causa di un trasferimento sospetto di 500 milioni di dollari su un conto londinese della banca, bloccato dalle autorità britanniche.

Anche il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) sta indagando sul caso: in maggio ha annunciato di aver aperto in aprile un'inchiesta per sospetto riciclaggio di denaro a danno del fondo sovrano angolano. Nell'ambito di un'inchiesta antiriciclaggio ha eseguito varie perquisizioni.

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