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SVIZZERAUn vodese progettava un attentato più sanguinario di quelli parigini

25.02.18 - 15:24
Il 27enne coordinava un gruppo jihadista che stava pianificando una strage a Nizza
Keystone
Attacco di Nizza
Attacco di Nizza
Un vodese progettava un attentato più sanguinario di quelli parigini
Il 27enne coordinava un gruppo jihadista che stava pianificando una strage a Nizza

LOSANNA - Uno svizzero romando radicalizzato era il cervello della cellula jihadista pronta ad entrare in azione. Fortunatamente il gruppo è stato smantellato ad inizio novembre, come ha rivelato oggi la NZZ am Sonntag. Il giornale si è basato su documenti confidenziali delle autorità francesi.

Il vodese di 27 anni aveva previsto un attacco a Nizza con bombe a mano o con un mezzo per investire i passanti.

Responsabile dell’acquisto delle armi all’interno del gruppo, l’uomo ha coordinato i preparativi dell’attacco sulla piattaforma di messaggi criptati Telegram.

Al momento del suo arresto, Parigi descriveva l’abitante di Yverdon-les-bains come un «sedicente imam» che avrebbe indottrinato altre persone, compreso un ex militare di 65 anni convertito all’Islam. Il canale d’informazione LCI ha inoltre rivelato che l’uomo, nei suoi messaggi, aveva il «sogno di un attentato con più vittime» di quello nel 2015 in Francia.

La NZZ am Sonntag racconta inoltre che ad attirare l’attenzione delle autorità svizzere è stata una denuncia nei confronti del vallesano per violenza domestica. In carcere da 5 mesi, avrebbe tentato di radicalizzare altri detenuti senza nascondere una simpatia per la jihad.

Attentati in Svizzera - Ad inizio febbraio la compagna dell’uomo era stata rilasciata, dopo essere stata arrestata a novembre, per poi essere di nuovo incarcerata. Sulla donna pendeva un avviso di espulsione dal territorio svizzero.

Secondo alcune ricerche della «NZZ am Sonntag» e della trasmissione «10 vor 10» la donna avrebbe non solo incitato il suo compagno a commettere atti di violenza, ma avrebbe anche giocato un ruolo attivo nella pianificazione di attentati in Svizzera.

La trasmissione televisiva è riuscita a procurarsi l’avviso di espulsione della colombiana, emesso dall’Ufficio federale della polizia. Secondo questo documento, la coppia avrebbe previsto di far deragliare un treno in Svizzera o di compiere attacchi all’interno delle discoteche perché frequentati da gente che beve alcolici.

Interpellata in prigione dalla trasmissione, la colombiana ha tentato di minimizzare i fatti, affermando che niente di concreto era stato pianificato, e che si trattava solo di pensieri astratti.

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