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ZURIGOAgente nei guai: avrebbe divulgato dossier sensibili

24.11.17 - 11:17
La procura sta indagando per violazione del segreto d'ufficio. Il poliziotto avrebbe fornito informazioni a un ex boss dei bordelli zurighesi
Archivio Keystone
Agente nei guai: avrebbe divulgato dossier sensibili
La procura sta indagando per violazione del segreto d'ufficio. Il poliziotto avrebbe fornito informazioni a un ex boss dei bordelli zurighesi

ZURIGO - Altra "tegola" per la polizia zurighese: si sospetta che un agente della cantonale abbia fotografato dei dossier per trasmettere i dati a terzi, in particolare ad una nota figura degli ambienti a luci rosse zurighesi. La procura sta indagando per violazione del segreto d'ufficio e un impiegato è stato sospeso.

La portavoce delle procura Corinne Bouvard ha parzialmente confermato all'ats una notizia in tal senso pubblicata oggi dal quotidiano Blick.

Quest'ultimo mostra una immagine dove si vede un computer della polizia sul cui schermo appare il dossier di un delinquente, con le tipiche foto segnaletiche, riprese di fronte e di lato e con tutta la corporatura. Secondo il quotidiano ci sono poi altre immagini scattate in tutta evidenza in un ufficio di polizia.

«Abbiamo avviato un'indagine e il luogo di lavoro che appare sulle foto è stato identificato. Non è ancora chiaro se la persona che vi lavora abbia ripreso le immagini», ha precisato Corinne Bouvard, confermando che si tratta di un locale della polizia cantonale e che l'impiegato che usa il computer in causa è stato sospeso.

La procura si è interessata alla vicenda in seguito a una denuncia, ha aggiunto Bouvard. Non è ancora chiaro quante foto siano in circolazione, cosa si possa esattamente vedere su di esse e nemmeno chi le abbia ricevute. Allo stato attuale dell'inchiesta non vengono forniti altri particolari.

Secondo il Blick un poliziotto avrebbe fornito informazioni a un ex boss dei bordelli zurighesi. Questi ha smentito al quotidiano di essere all'origine della vicenda. Egli ha sostenuto che «le foto sono state fatte da una donna durante un interrogatorio, quando l'agente non se n'è accorto». La donna, di cui non ha voluto rivelare l'identità, le ha poi spedite sul suo telefonino. «Più tardi, quando l'ho rincontrata, essa ha usato il mio cellulare per rispedire le foto ad altri. Per sbaglio».

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