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BERNAAborto alla frontiera, chiesti fino a 7 anni per la guardia di confine

23.11.17 - 17:22
Quest'ultima è accusata di aver negato il necessario soccorso medico alla donna siriana
Keystone
Aborto alla frontiera, chiesti fino a 7 anni per la guardia di confine
Quest'ultima è accusata di aver negato il necessario soccorso medico alla donna siriana

BERNA - Fino a sette anni di detenzione sono stati chiesti oggi dall'accusa nei confronti della guardia di confine svizzera ritenuta responsabile dell'aborto di una siriana durante le operazioni di rinvio in Italia nel 2014. Questo nel caso in cui la corte del tribunale militare 4 di Berna - dove è in corso il processo - riconosca che si è trattato di omicidio.

L'accusa ha predisposto diverse varianti, in base a quando è avvenuta la morte del feto e al momento in cui sono iniziate le doglie. La guardia di confine è accusata di aver negato il necessario soccorso medico. Nella variante ritenuta più "lieve", la condanna richiesta è di tre anni di prigione al massimo con possibile condizionale parziale.

La procura ha comunque sottolineato l'indifferenza e «la totale assenza di umanità» dimostrate dall'imputato e dai suoi colleghi. Una donna incinta, in preda alle contrazioni, deve essere subito portata in ospedale e questo è noto a qualunque persona sensata, ha affermato.

L'avvocato di famiglia ha chiesto un risarcimento pari a 820'000 franchi. Questo perché una tale tragedia è un trauma per tutti, in particolare nelle condizioni in cui è avvenuta.

La donna, allora 22enne e alla ventisettesima settimana di gravidanza, faceva parte di un gruppo di 36 migranti che il 4 luglio di tre anni fa era partito con un treno notturno da Milano diretto a Parigi. Al confine franco-elvetico di Vallorbe (VD) la giovane venne respinta assieme agli altri dalle autorità francesi e affidata a quelle svizzere per il rinvio in Italia, lo Stato dello Spazio Dublino dove i migranti avevano inoltrato la prima richiesta d'asilo. L'imputato era responsabile del team composto da una quindicina di guardie di confine che doveva accompagnare il gruppo in Italia.

Dopo l'arrivo a Domodossola (I) la donna ebbe un collasso. Le guardie di frontiera italiane chiamarono subito i soccorsi ma la giovane diede alla luce una bambina senza vita. Nel frattempo la siriana ha ottenuto asilo politico in Italia, assieme al marito e ai tre figli.

Il processo continuerà domani, mentre la sentenza è attesa per il 7 dicembre.
 
 

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