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ZURIGODignitas, l'atto d'accusa è da rivedere

10.11.17 - 15:50
La procura zurighese rimprovera all'organizzazione di aver agito a scopo di lucro in relazione alla morte di tre cittadine tedesche
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Dignitas, l'atto d'accusa è da rivedere
La procura zurighese rimprovera all'organizzazione di aver agito a scopo di lucro in relazione alla morte di tre cittadine tedesche

ZURIGO - Il Ministero pubblico zurighese dovrà completare il suo atto d'accusa nei confronti del presidente dell'associazione di aiuto al suicidio Dignitas, Ludwig A. Minelli. Il Tribunale distrettuale di Uster (ZH) ha deciso il rinvio in data 2 novembre.

A darne notizia è la stessa Dignitas, che in una nota definisce i rimproveri rivolti a Minelli «infondati e incomprensibili». Il Tribunale distrettuale ha confermato l'informazione all'ats.

La procura zurighese rimprovera a Minelli e alla sua organizzazione di aver agito a scopo di lucro in relazione alla morte di tre cittadine tedesche che si sono rivolte a Dignitas nel 2003 e nel 2010. In base al Codice penale svizzero, l'istigazione al suicidio può infatti essere sanzionata se è compiuta «per motivi egoistici».

Il Ministero pubblico ha riferito all'ats di non capire la decisione del tribunale, che non fa che ritardare inutilmente l'intero procedimento. Piuttosto che correre il rischio della prescrizione, la procura ha comunque intenzione di apportare le modifiche richieste.

Uno dei casi contemplati dall'inchiesta riguarda una donna 80 anni accompagnata alla morte nel 2003, dopo aver lasciato 100'000 franchi in eredità a Dignitas. Stando all'atto d'accusa, la donna era sofferente e malata, ma non allo stadio terminale. Minelli dovette rivolgersi a quattro medici diversi prima di ottenere la ricetta per la dose letale di Pentobarbital. Inoltre, invece di portare la sua urna in Germania, per seppellirla nella tomba del marito, il presidente di Dignitas la fece gettare nel lago di Zurigo.

L'inchiesta si è inoltre concentrata sul doppio suicidio assistito di una madre di 84 anni e della figlia di 55, che risale al 2010. Poco prima di arrivare in Svizzera, la figlia aveva aderito a Dignitas con un procedimento straordinario per il quale aveva pagato 22'000 franchi: il doppio delle spese sostenute dall'organizzazione, secondo il Ministero pubblico.

La procura rimprovera inoltre a Minelli di avere incassato regolarmente somme rilevanti dall'associazione, in media 160'000 franchi all'anno.

Nella sua decisione di rinvio, il Tribunale distrettuale di Uster chiede in particolare di meglio precisare la composizione dei 100'000 franchi lasciati in eredità nel 2003 dalla donna di 80 anni. Per il tribunale, mancano inoltre indicazioni chiare sulla capacità di giudizio delle tre donne che si sono rivolte a Dignitas. Gli atti del processo, che riempiono 52 classificatori, non sarebbero infine stati archiviati in modo completo.

L'associazione Dignitas, che ha sede a Forch (ZH), tratta soprattutto i casi di stranieri che si recano in Svizzera per ottenere una "morte dignitosa". Secondo i dati pubblicati sul suo sito, l'anno scorso ha aiutato a morire 201 persone, di cui soltanto 6 svizzeri. A Dignitas, si è rivolto tra gli altri lo scorso mese di febbraio Dj Fabo, il 40enne italiano (Fabiano Antoniani) che dal 2014, in seguito a un incidente stradale, era cieco e tetraplegico.

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