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TURGOVIAMigliaia di franchi statali per ridurre gli animali in queste condizioni

11.08.17 - 13:02
Il contadino arrestato per aver fatto morire i cavalli nella sua fattoria aveva ricevuto dallo Stato diverse centinaia di migliaia di franchi in sovvenzioni
Keystone
Migliaia di franchi statali per ridurre gli animali in queste condizioni
Il contadino arrestato per aver fatto morire i cavalli nella sua fattoria aveva ricevuto dallo Stato diverse centinaia di migliaia di franchi in sovvenzioni

FRAUNEFELD - Il contadino che ha fatto morire nella sua fattoria almeno sei cavalli per denutrimento e noncuranza ha ricevuto perfino contributi finanziari dallo Stato. È questa l’ultima novità emersa oggi attraverso un articolo pubblicato dal Tages Anzeiger. Le foto dei cavalli morti hanno fatto il giro della Svizzera, provocando un’ondata di indignazione.

Le autorità sapevano - Il contadino, che nel frattempo è stato arrestato, ha ricevuto negli scorsi anni - scrive il Tages Anzeiger - diverse centinaia di migliaia di franchi in pagamenti diretti. Pagamenti che sono stati interrotti tra il 2008 il 2010 dall’Ufficio federale dell’agricoltura a cause delle pessime condizioni in cui riversava la fattoria. A causa di una sentenza del Tribunale federale, il governo federale ha dovuto rimborsare i contributi in modo retrospettivo.

73.500 franchi in 5 anni - Tra il 2008 e il 2013 il contadino avrebbe ricevuto 73.500 franchi all’anno, e stando a quanto scrivono diversi giornali d’oltre Gottardo, avrebbe pure ottenuto premi per i suoi cavalli quale incentivo a tenere sempre più animali. Inoltre a partire dal 2003 al contadino era stato permesso -su decisione del canton Turgovia - di possedere solo 60 cavalli. Ma durante la perquisizione della scorsa settimana gli inquirenti hanno potuto rilevare la presenza di 90 equini.

Difesa e accusa - Il contadino - secondo quanto riportato dalla trasmissione «Schweiz Aktuell» - avrebbe dichiarato che due delle fotografie non proverrebbero dalla sua azienda, mentre le altre sarebbero state ritoccate. Da parte sua il procuratore che si occupa del caso ha confermato la provenienza della quasi totalità delle immagini. «Il 90% arrivano da quella fattoria. Per il restante 10% abbiamo ancora dei dubbi». Anche la donna artefice delle le fotografie si difende dalle accuse sulle colonne del "Blick", garantendo la veridicità di ogni scatto. «Sono rimasta scioccata la prima volta che ho visto quelle povere creature».

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