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Ieri sera un uomo di 54 anni ha ucciso la moglie, prima di tentare il suicidio. I vicini della coppia sono sotto shock
GINEVRA - «Era gioiosa, sempre con il sorriso». Sono increduli e sotto shock i residenti della palazzina di Chêne-Bougeries, dove ieri sera un 54enne ha ucciso la moglie di 48 anni prima di rivolgere l'arma contro sé stesso.
Benvoluta da tutti - La coppia portoghese, che viveva nell'edificio da una quindicina d'anni, era apprezzata da tutti. La moglie, che lavorava in una lavanderia, era benvoluta da tutto il vicinato. «Era così gentile. Potevi passare delle ore a discutere con lei», racconta a 20 minutes una donna che abita al pian terreno. «In questi ultimi tempi parlava spesso della sua prossima vacanza in Portogallo».
Gesto incomprensibile - Lucas, un altro vicino, ha incontrato la vittima poco prima delle 16.00, ovvero quattro ore prima del dramma. «Era uscita a spasso con il cane. Stava rientrando a casa. Era sorridente come al solito», spiega il giovane. Nessuno riesce a capacitarsi del terribile gesto del marito, che lavorava come muratore e che ora si trova in uno stato critico all'ospedale. «Non sembravano avere problemi. Ma non si sa mai cosa succede tra le mura domestiche», sottolinea un altro residente della palazzina.
«Auto e sirene: sembrava un film» - La tragedia è esplosa improvvisa alle 20.20 di martedì sera. Delle urla improvvisa e poi alcuni spari, sentiti da Severin, che abita al terzo piano della palazzina sono stati il presagio della tragedia. «Ma sul momento non ho pensato fossero dei colpi d'arma da fuoco». La triste realtà è apparsa tale quando sul posto sono sopraggiunte diverse pattuglie della polizia cantonale. «La zona è stata completamente transennata e continuavano ad arrivare automobili con la sirena inserita. È stato impressionante», sottolinea una ragazza del primo piano. «Sembrava di essere in un film».
Il figlio ha dato l'allarme - È stato il figlio della coppia, un ventenne, ad allertare la polizia. Il giovane, che viveva con i genitori, si trovava fuori dalla porta d'entrata quando il padre ha sparato alla madre. «Urlava come un disperato: "No mamma", prima di rompere un vetro della porta all'ingresso dello stabile». La polizia ha dovuto ammanettarlo per farsì che non si facesse del male. «Quando penso a quel povero ragazzo mi vengono le lacrime agli occhi», dice commossa una vicina. La coppia ha anche un'altra figlia sulla trentina, madre di un bambino.
