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ARGOVIAAssassinò 63enne, 18 anni di carcere confermati

15.05.17 - 17:17
L'uomo condannato è un richiedente l'asilo di 32 anni che nell'aprile 2012 ha ucciso «in modo bestiale» secondo il presidente del tribunale
TiPress
Assassinò 63enne, 18 anni di carcere confermati
L'uomo condannato è un richiedente l'asilo di 32 anni che nell'aprile 2012 ha ucciso «in modo bestiale» secondo il presidente del tribunale

ZOFINGEN - Il tribunale d'appello argoviese ha confermato la condanna a 18 anni di reclusione per assassinio nei confronti di un richiedente asilo oggi 32enne che nell'aprile 2012 uccise brutalmente un 63enne che voleva fare sesso con lui. Il delitto avvenne nella casa della vittima, nel comune di Brittnau (AG), la notte fra il 14 e il 15 aprile.

Il condannato, un marocchino, fu arrestato poco dopo i fatti nel centro per richiedenti asilo di Muri (AG).

Il Tribunale cantonale lo ha giudicato oggi colpevole di assassinio, rapina e altri delitti e - come aveva già fatto la prima istanza - non ha ordinato un terapia di tipo ambulatoriale. La pena è leggermente inferiore alla reclusione a vita chiesta dalla pubblica accusa.

Dopo la lettura, il Ministero pubblico comunque detto di accettare la sentenza. Il difensore d'ufficio, che si è battuto per una riduzione a 8 anni e mezzo per omicidio con dolo eventuale, non ha invece ancora deciso se portare il caso davanti al Tribunale federale.

Il presidente del tribunale ha parlato di un crimine commesso «in modo bestiale», per il quale si può utilizzare anche il termine «massacro».

Il 63enne contattò il marocchino davanti al centro per richiedenti asilo di Brittnau e si recò in sua compagnia nella propria abitazione. La corte è arrivata alla conclusione che il 32enne lo seguì allo scopo di ottenere dei soldi in cambio di «una prestazione», poco importa di quale natura, ha detto il presidente.

Durante il primo processo era emerso che il 63enne aveva già in precedenza cercato contatti con altri richiedenti asilo dai quali ottenne prestazioni sessuali a pagamento. Nella sua stanza sono state ritrovate tracce di DNA di due altri richiedenti.

Nel febbraio 2012, il marocchino aveva presentato una domanda d'asilo e il procedimento era ancora pendente al momento del grave fatto di sangue. Era entrato in Svizzera illegalmente attraverso la dogana di Chiasso. Stando a sue dichiarazioni, nei dieci anni precedenti sarebbe vissuto in Italia, dove avrebbe avuto più volte a che fare con la giustizia.

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