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ZURIGO«È gravemente malato». Con 30 condanne sulle spalle, Carlos torna in aula

06.03.17 - 10:53
Nuovamente in tribunale il 21enne zurighese è accusato di aggressione aggravata. Il giovane parla di legittima difesa, ma i fatti dimostrerebbero il contrario. La richiesta di pena: 30 mesi
«È gravemente malato». Con 30 condanne sulle spalle, Carlos torna in aula
Nuovamente in tribunale il 21enne zurighese è accusato di aggressione aggravata. Il giovane parla di legittima difesa, ma i fatti dimostrerebbero il contrario. La richiesta di pena: 30 mesi

ZURIGO - Con una tuta rossa e un evidente nervosismo Carlos (pseudonimo usato per l'ormai noto pluri-condannato 21enne zurighese) si è presentato stamattina in tribunale.

Il giovane è accusato di aggressione aggravata in seguito a una colluttazione generata da uno scambio di parole sul tram con una persona conosciuta da poco. «Non dovreste andare in giro a fare i teppisti, perché non fate un salto alla moschea piuttosto?», aveva eslamato Carlos - recentemente avvicinatosi all'Islam - a una coppia di amici conosciuta sui mezzi. I due però non l'avevano presa bene: «Non devi certo dirmelo tu se devo andare o meno alla moschea». Tanto era bastato ad accendere il 21enne che aveva sferrato un pugno a uno dei due provocandogli una frattura scomposta alla mandibola e diverse abrasioni e lacerazioni.

Sfilza lunghissima di reati - Il presidente della Corte, all'apertura del processo, ha subito voluto sottolineare la recidività del soggetto elencando i 30 precedenti penali per reati quali violazione di domicilio, minacce contro i funzionari, possesso di armi, danni alla proprietà e lesioni gravi. Carlos non ha voluto commentare.

Quindi è stato chiesto al giovane come stesse: «Sto bene, sto sempre bene», ha risposto. Carlos, in questa prima mattinata di processo, è stato di poche parole. Ha soltanto negato le accuse affermando di aver agito per difesa. Ed ha puntato il dito contro le condizioni di detenzione paragonandole alla «tortura». Di fatto ha eluso le domande della corte spostando il focus sulla sua storia in carcere. «Una volta mi hanno portato via la coperta. Mi hanno lasciato in maglietta. Un giorno sono stato messo a pane e acqua», ha precisato.

«La prigione mi ha fatto ammalare» - Interrogato sulle sue condizioni psicologiche (secondo una perizia soffrirebbe di un disturbo della personalità) il 21enne ha affermato che il suo stato mentale non gli interessa, ma poi ha incalzato la dose rievocando il periodo in prigione: «Le condizioni di detenzione hanno avuto un impatto sulla mia psiche».

«È gravemente malato» - Secondo il procuratore pubblico Martin Baerlocher «Carlos è gravemente malato. Solo lui non lo vuole capire e non vuole farsi aiutare». Per Baerlocher il suo agire è aggravato dal contesto e dall'esperienza nelle arti marziali: «Sapeva di essere potenzialmente letale con un pugno. Inoltre la vittima, stando a numerosi testimoni, aveva le mani basse quindi non manifestava l'intenzione di voler attaccare. Eppure lui ha cercato di infierire quando era già a terra».

Chiesti 30 mesi - Contro l'imputato, che si trova in carcere preventivo dal 30 aprile, il procuratore ha ribadito la sua richiesta di pena di 30 mesi di carcere. Ha invece rinunciato a domandare l'internamento, misura che andrà tuttavia considerata - ha detto - in caso di ulteriore recidiva. Da parte sua, la legale della vittima ha chiesto un risarcimento di 10'000 franchi, rifiutando l'affermazione di Carlos secondo cui si è trattato di legittima difesa e notando che questi pesava 24 chili più del giovane, che peraltro è stato colpito all'improvviso.

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