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BERNA«Le probabilità che il pilota sia vivo sono molto basse»

31.08.16 - 10:37
Mentre il caccia F/A-18 è stato ritrovato, non c'è traccia del pilota. Che è addestrato a sopravvivere in montagna
«Le probabilità che il pilota sia vivo sono molto basse»
Mentre il caccia F/A-18 è stato ritrovato, non c'è traccia del pilota. Che è addestrato a sopravvivere in montagna

BERNA - Proseguono le ricerche sul passo del Susten dopo lo schianto del cacciabombardiere F/A-18. Mentre i detriti dell'aereo sono stati ritrovati del pilota non c'è ancora traccia. Diversi elicotteri dell'esercito e della Rega sono all'opera dalle 7.00 di questa mattina.

Si cerca il sellino per capire dove potrebbe essere il pilota - Il portavoce dell'esercito, Daniel Reist, ha assicurato ieri che la priorità è proprio trovare il pilota. «Stiamo cercando la parte eiettabile e il cockpit del relitto», ha spiegato. Ma c'è ancora speranza per il pilota?

«La speranza è l'ultima a morire» - Jürg Lucek, di Meiringen (BE), è una guida di montagna e conosce la zona del Susten. Lui è sicuro: «È possibile sopravvivere per diversi giorni anche su questo terreno impervio». Per lui tutto è possibile: «La speranza è sempre l'ultima a morire».

Pilota addestrato - «Questo pilota è addestrato a sopravvivere in queste circostanze», conferma il portavoce dell'esercito Reist. Il corso si svolge in alta montagna, spiega il sito web dell'esercito. Lì, i piloti imparano le basi della sopravvivenza, come costruire un bivacco (rifugio nella neve), e come salvare le vittime di valanghe. Sanno anche come sfruttare il pacchetto di sopravvivenza di cui l'aereo è dotato.

Ma è probabile che a complicare la situazione ci siano pure le temperature, attorno ai 5 gradi, che ci sono in questi giorni a 3418 metri d'altezza, nel punto dove si è schiantato il velivolo. Temperature che, di notte, arrivano allo zero.

«Poche speranze» - Per questo, secondo l'esperto di sopravvivenza Gion Saluz di Swiss-Survival-Training.com, ci sono poche speranze: «La probabilità che sopravviva è molto bassa. A meno che lui non sia in grado di adattarsi mentalmente al forte cambiamento climatico e sia in grado di razionalizzare e mettere in atto le tecniche base di sopravvivenza».

Secondo Saluz il corpo può cedere per il raffreddamento già a una temperatura di 15 gradi. «Il fatto che abbia già passato una notte sul passo del Susten aumenta i rischi di congelamento. Se poi è ferito e perde sangue è più difficile per lui per stare al caldo».

L'ipotermia si vede dai primi tremori, generati dal corpo che cerca di produrre calore. Successivamente segue la fase di "idiozia da freddo".

«Il corpo si concentra solo sulla circolazione degli organi vitali e paralizza le membra. Come risultato, paradossalmente, si inizia a sentire caldo. «Questo può portare a svestirsi per il calore, ma è una sensazione che non corrisponde alla realtà. Così la temperatura del corpo si abbassa ancora più velocemente e sopraggiunge l'incoscienza e dopo la morte», spiega Saluz.

Per l'esperto, la possibilità che sia sopravvissuto aumenta se il pilota è riuscito a raggiungere una quota più bassa: «Anche 100 metri sono importanti. Un grado in più è fondamentale in questi casi». Conta molto, infine, l'abbigliamento: «Non so quanto sia calda la divisa che indossava. In un zona come quella è difficile trovare qualcosa per coprirsi e creare una fonte di calore esterna».

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