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VAUDDroga e cellulari: «In quella prigione regnava una vera e propria mafia»

06.06.16 - 12:49
È la prigione più contestata della Svizzera. Ora due ex detenuti denunciano un ambiente di ricatti e traffici di cellulari
Droga e cellulari: «In quella prigione regnava una vera e propria mafia»
È la prigione più contestata della Svizzera. Ora due ex detenuti denunciano un ambiente di ricatti e traffici di cellulari

ORBE - Non si fermano le polemiche sul carcere più discusso del momento. Poco più di un mese fa aveva fatto scalpore la notizia del ritrovamento di diverse foto di prigionieri ritratti tra droga e banconote, scattate all’interno del carcere di Orbe. Ed è notizia di giovedì scorso l’arresto provvisorio di una guardia dello stesso carcere. L’inchiesta, fa sapere il portavoce della polizia vodese, è ancora in corso, ma si tratterebbe di traffico di stupefacenti e di materiale telefonico, il tutto avvenuto all’interno del carcere.

Oggi il portale 20 minutes ha intervistato due ex detenuti. All’epoca, Adnan* era rinchiuso nel carcere vodese: «Poco prima di Natale ho consegnato 1’200 franchi a un altro detenuto conosciuto all’interno della prigione come l’intermediario tra noi e una guardia. Lo stesso giorno mi ha recapitato un Samsung Galaxy S5. Ma il cellulare mi è stato subito ritirato. Ho cercato più volte di attirare l’attenzione della direzione su queste pratiche».

Mustafa*, un altro ex detenuto, denuncia un «sistema ben rodato e molto contorto».

Secondo lui «una mafia ben organizzata regnava nella prigione. Prima si chiudevano gli occhi sui cellulari, che i detenuti pagavano a caro prezzo. Gli agenti organizzavano in seguito delle perquisizioni e sequestravano tutto. E il circolo ricominciava: i prigionieri pagavano ancora per avere un cellulare».  

I due ex prigionieri ne sono convinti: una tale organizzazione non poteva esistere senza la complicità di almeno un funzionario della prigione. «Il detenuto che vendeva i cellulari proviene dallo Sri-Lanka, e stranamente la sua cella non veniva perquisita. E tutti sapevano che era in combutta con un agente».

*nomi non reali 

 

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