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BERNABirra e vino ai minorenni, venduti da un negozio su quattro

14.07.14 - 10:32
Birra e vino ai minorenni, venduti da un negozio su quattro

BERNA - Malgrado un calo rispetto agli scorsi anni, il numero di punti di vendita che nonostante il divieto continuano a permettere ai minorenni di procurarsi alcol rimane consistente. Nel 2013 in oltre un quarto (25,8%) dei 5503 test di acquisto realizzati un po' ovunque in Svizzera è stata compiuta un'infrazione, indica oggi in un comunicato la Regìa federale degli alcool (RFA), che insiste comunque sul trend al ribasso in atto dagli inizi degli anni 2000.

In Svizzera la vendita di birra e vino ai minori di 16 anni e quella di superalcolici ai minori di 18 anni sono vietate. Il numero di infrazioni, che hanno modestissime conseguenze per gli autori data l'assenza di una base legale, varia molto a seconda dei punti di vendita, dell'ora e dei cantoni.

 

La categoria di venditori dove i test danno l'esito peggiore è quella dei "bar e pub": nel 2013 il 44,1% dei giovani vi ha acquistato senza problemi una bevanda alcolica. Il dato è praticamente immutato rispetto all'anno precedente (44,7%). Un sensibile peggioramento è invece stato rilevato per i chioschi, che salgono da un 27,8% del 2012 a un 40% dello scorso anno. Assieme a bar e chioschi, "feste ed eventi" costituiscono il trio delle pecore nere. Infatti in occasione di manifestazioni, il 42,1% dei giovani ha avuto accesso all'alcol. In questo caso la RFA segnala comunque un sensibile miglioramento rispetto al 2012 (54,1%).

 

Il tasso più basso è invece registrato nei negozi di bevande (7,1%), in cui si è manifestato un netto calo (22,6%). Seguono le stazioni di servizio (14,3%; 16,6% nel 2012), catene di vendita (25,1%) e caffè/ristoranti (26,4%). La Regìa rileva un netto peggioramento per i "take away", passati da un 21,5% del 2012 a un 33,1% dello scorso anno. Le vendite "notturne" (dopo le 19.00) rimangono molto più numerose (35%) di quelle "diurne" (21,3%). In questo ambito non si nota un'evoluzione da un anno all'altro.

 

I Cantoni realizzano i test con modalità molto diverse, in taluni casi preannunciandoli. "Si può supporre che i tassi di vendita siano più elevati nel caso di test d'acquisto non comunicati", ammette la RFA. In Ticino, in cui circa i due terzi delle iniziative non vengono annunciate in anticipo, nel 2013 si è registrato un 11,5%, in sensibile calo rispetto all'anno precedente (17,7%), riferisce all'ats Nicolas Rion, capo della comunicazione alla RFA. Anche nei Grigioni le vendite si situano a un livello piuttosto basso (16,8% nel 2013; 21,4% nel 2012).

 

I peggiori risultati concernono Vaud e Neuchâtel, entrambi oltre un 40% (a Vaud però non avvisano in anticipo; a Neuchâtel invece nella maggior parte dei casi sì). Le modalità dei test variano anche all'interno dei cantoni, ad esempio perché realizzati su iniziativa di comuni, imprese e organizzazioni di prevenzione. La RFA raccoglie e centralizza tutte queste informazioni e le pubblica a scadenza annuale.

 

Il tasso di vendite illecite del 2013 (25,8%) è il più basso dall'inizio degli anni 2000 quando si era raggiunta una quota dell'83%. Il dato si era già situato sotto il 30% nel 2010 (26,8%) e nel 2012 (28,8%). Stando a Rion, la tendenza positiva in atto è indiscutibile. I test d'acquisto costituiscono uno strumento efficace per accertare la situazione reale, sensibilizzare gli interessati e migliorare il grado di applicazione di questi divieti legali a lungo termine, sostiene.

 

Lo scorso anno il numero di test è diminuito di 500 unità rispetto al 2012 (6004). In attesa di una base legale federale che permetta di utilizzarne i risultati nel quadro di un procedimento penale, e quindi di infliggere multe, parecchi Cantoni hanno deciso di limitarne la realizzazione, persino di rinunciarvi (Ginevra e Giura) completamente nel 2013. La base legale necessaria è prevista nel quadro della revisione totale della legge sull'alcool che è attualmente oggetto di una procedura di eliminazione delle divergenze alle Camere federali.

 

Nel frattempo la RFA prosegue i suoi sforzi di coordinamento per armonizzare gli standard e stabilire priorità d'azione comuni a livello nazionale.

 

Ats

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