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SVIZZERALe misure antiskimming funzionano, ora dilaga il phishing

28.01.14 - 14:59
Il calo dei tentativi di frode è da attribuire alle misure di sicurezza messe in atto dagli istituti, ma anche alla maggiore prudenza dei possessori di carte
Foto Keystone Ennio Leanza
Le misure antiskimming funzionano, ora dilaga il phishing
Il calo dei tentativi di frode è da attribuire alle misure di sicurezza messe in atto dagli istituti, ma anche alla maggiore prudenza dei possessori di carte

BERNA - In Svizzera stanno diminuendo i reati di skimming, ossia la manomissione dei distributori automatici per copiare i dati contenuti nella banda delle carte magnetiche. Nel frattempo però si moltiplicano i casi di phishing, con cui i truffatori tentano di ottenere i dati delle loro vittime attraverso e-mail, SMS e siti internet fasulli o addirittura per telefono.

 

Nel 2013 sono stati registrati 114 casi di skimming, a fronte dei 369 dell'anno precedente, riferisce un comunicato odierno della Prevenzione Svizzera della Criminalità (PSC). Per precauzione sono state bloccate circa 12'900 carte (29'000 nel 2012). Questo risultato confortante è merito, da un lato, delle misure di sicurezza adottate dagli istituti finanziari e, dall'altro, della maggiore prudenza dimostrata dai possessori di carte, aggiunge la PSC.

 

Oggi in Svizzera lo standard di sicurezza degli sportelli Bancomat è uno dei più elevati a livello internazionale. Ad esempio, non è possibile prelevare denaro contante con le carte Maestro e PostFinance Card Direct senza il microchip anti-contraffazione. In diversi Paesi extraeuropei, invece, basta aver acquisito i dati della banda magnetica e il codice PIN per poter prelevare denaro contante. Perciò i prelevamenti illeciti vengono sempre effettuati all'estero. Quasi sempre le vittime dello skimming si accorgono del furto solo dopo aver controllato l'estratto conto.

 

Ora sta invece dilagando il phishing, truffa che consiste nell'ottenere le credenziali d'accesso a conti online, sistemi di protezione antifrode per le transazioni con carta di credito (come 3D Secure, SecureCode), sistemi di pagamento (ad es. PayPal), piattaforme di e-commerce (eBay, Ricardo, ecc.), per poi prosciugare i conti degli ignari malcapitati o eseguire transazioni illecite.

 

Normalmente i phisher inviano e-mail o SMS con falso mittente: fingendosi un istituto finanziario, informano le proprie vittime che i loro dati d'accesso a un determinato conto non sono più sicuri o dicono di sospettare una frode ai loro danni. Dopo di che, le invitano a inserire i loro codici in una pagina che si apre cliccando su un determinato link. Quest'ultimo però non indirizza alla pagina Internet di un istituto finanziario, bensì a un sito web apparentemente identico creato ad arte dai truffatori. In buona fede, la vittima digita il proprio nome utente, la propria password e dati simili.

 

Sempre più spesso, però, i truffatori operano anche per telefono, fingendosi operatori del sevizio alla clientela di un istituto finanziario. Una banca però non chiederebbe mai i dati di login ai propri clienti con una e-mail o per telefono, spiega Urs Widmer, Capo del reparto investigativo criminalità economica della Polizia cantonale di Zurigo.

 

Ats

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