Quasi due terzi stanno a casa più delle 14 settimane fissate dalla legge
BERNA - La maggior parte delle donne che negli ultimi anni ha partorito un figlio ha ottenuto un congedo maternità più lungo del minimo di 14 settimane previsto dalla legge entrata in vigore nel luglio 2005. È quanto emerge da un'analisi realizzata dall'Ufficio federale delle assicurazioni sociali (UFAS), i cui risultati sono pubblicati oggi dalla "SonntagsZeitung" e da "Le Matin Dimanche".
In un sondaggio realizzato a livello nazionale, il 63% delle donne tra i 20 e i 40 anni interpellate hanno dichiarato di essere rimaste a casa più di 14 settimane. Per il 48% di loro, il prolungamento del congedo è stato pagato dal datore di lavoro; il 37% ha ottenuto un supplemento di congedo non pagato, il 13% un congedo finanziato in parte dal datore di lavoro.
Più di 14 settimane concedono soprattutto banche, assicurazioni e amministrazioni pubbliche. L'UBS finanzia per esempio sei mesi di congedo. Nei settori dell'industria, dell'edilizia, del commercio e della ristorazione una netta maggioranza delle imprese si accontenta invece del minimo legale, rileva lo studio.
Sempre secondo l'indagine, per una chiara maggioranza (76%) delle madri interpellate il minimo di 14 settimane non corrisponde ai bisogni effettivi. Il 54% vorrebbe un congedo più lungo per poter continuare ad allattare.
Fra le imprese interpellate, le 14 settimane sono in genere bene accette: il 68% le ritiene un tempo adeguato, il 23% lo considera troppo breve, mentre solo il 6% lo giudica troppo lungo.
Ats