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VALLESETragedia di Sierre: la pubblicazione del video non era autorizzata

30.01.13 - 21:05
Nel video, diffuso due giorni fa dalla polizia vallesana, si vede anche un ticinese che presta i primi soccorsi
Foto d'archivio (Keystone)
Tragedia di Sierre: la pubblicazione del video non era autorizzata
Nel video, diffuso due giorni fa dalla polizia vallesana, si vede anche un ticinese che presta i primi soccorsi

SION - In Vallese la polemica si è fatta rovente. La decisione della polizia cantonale vallesana di pubblicare un video che ripercorre i primi minuti dopo il terribile incidente accaduto il 13 marzo del 2012 a Sierre e costato la vita a 28 persone, di cui 22 bambini, ha mandato su tutte le furie la consigliera di Stato Esther Waeber-Kalbermatten. Ieri la socialista ha dichiarato ai microfoni della radio romanda di ritenere "inutile" la diffusione delle immagini di un incidente e ha parlato di  "voyeurismo".

Il problema è che su quell’autostrada non è accaduto soltanto “un incidente”. L'opinione pubblica di Svizzera e Belgio sono state profondamente scosse da questa tragedia. Le massime cariche dei due stati sono intervenuti ufficialmente per esprimere il loro cordoglio alle vittime e in Belgio era stato proclamato un giorno di lutto nazionale.

La polizia cantonale, con questa pubblicazione, che su youtube ha avuto migliaia di visualizzazioni in meno di 24 ore (circa 160mila), ha voluto così rispondere alle critiche mosse dai parenti di alcune vittime che accusavano della lentezza dei soccorsi, arrivati secondo loro, 45 minuti dopo l'incidente. Ma non solo. In Belgio diversi parenti delle vittime ritengono che la giustizia vallesana, nella sua inchiesta, abbia trascurato l’ipotesi investigativa del suicidio del conducente del pullmann turistico, sul quale viaggiava una scolaresca di ritorno da una settimana bianca in Vallese.

Come si legge sull'edizione online del quotidiano belga "Le Soir", dalle indagini risulterebbe inoltre che il conducente avrebbe assunto un antidepressivo, lo "Seroxat". I parenti delle vittime, sulla base di questi elementi, hanno poi rivolto i loro quesiti al ministro della giustizia belga, Annemie Turtelboom, la quale, a sua volta, li ha trasmessi alla giustizia svizzera.

Nel video mostrato, invece, la polizia cantonale dimostra che la prima pattuglia è giunta sul posto dopo 8-9 minuti dallo schianto e l'ambulanza dopo circa 17 minuti.

Oggi si apprende che il ministero pubblico cantonale vallesano, attraverso un comunicato, ha riferito che per la diffusione del video non vi sarebbe stata alcuna autorizzazione preliminare. Si tratterebbe, infatti, "di una iniziativa personale la cui responsabilità ricade sull'autore".
Un pasticcio che rende ancora più rovente una situazione ingarbugliata con al centro una polizia che, cercando di smorzare le polemiche in Belgio, attraverso la diffusione del video dei soccorsi, ha creato un vespaio.

(p.d'a.)

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