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OCCUPAZIONEPersi trenta milioni di posti di lavoro in cinque anni

23.01.13 - 21:12
La crisi economica anche nel 2013 si farà sentire in Europa. Il monito: "In pericolo la coesione sociale"
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Persi trenta milioni di posti di lavoro in cinque anni
La crisi economica anche nel 2013 si farà sentire in Europa. Il monito: "In pericolo la coesione sociale"

ZURIGO - Sono passati cinque anni dallo scoppio della crisi finanziaria. Il 2013 sarà un anno difficile per tanti lavoratori. Secondo gli esperti il tasso globale di disoccupazione è destinato a salire. Non c'è crescita economica. E questo provocherà un aumento dei senza lavoro di ulteriori 5,1 milioni di persone. Il numero di disoccupati a livello mondiale oltrepasserà i 202 milioni. Le cifre sono dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) e sono state fornite nel suo ultimo rapporto che giunge a poche ore dall'inizio del forum economico.

Nel 2014 si aggiungeranno probabilmente altri tre milioni di disoccupati. A livello mondiale dal 2007 ad oggi sono oltre 28 i milioni di lavoratori che hanno perso il posto di lavoro.

"L'insicurezza derivante dallo sviluppo congiunturale e le contromisure politiche insufficienti hanno indebolito la domanda e frenato gli investimenti e di conseguenza la creazione di nuovi posti di lavoro" ha spiegato il direttore dell'OIL Guy Ryder. "La creazione di nuovi posti di lavoro è in calo, mentre aumenta il numero di disoccupati di lunga data".

Come si legge sull’edizione online del “Tages-Anzeiger”, l'OLI chiede decisioni importanti e decise da parte del mondo politico ed economico per combattere il fenomeno. La parola d’ordine è quella che si sente fino allo sfinimento: "crescita economica". Un fattore questo che, come si è detto già tante volte, è indispensabile per quei paesi in difficoltà dell'Europa meridionale come la Grecia, che stanno conoscendo un crollo vertiginoso delle attività economiche. L'OLI chiede riforme e alle banche raccomanda con forza di concedere crediti per investimenti produttivi, in particolar modo destinati alle medie imprese, motori importanti di sviluppo e occupazione.

Nonostante il fondo di salvataggio europeo e le misure della banca centrale europea, la crescita in Europa ha continuato a rallentare e il mercato del lavoro di molti stati europei si trovano in gravi difficoltà.

Come detto anche il 2013 si prospetta un anno difficile per l'occupazione. L'OLI rileva anche che la mancanza di un'unione fiscale europea rappresenta un ostacolo per la crescita economica, soprattutto per quei paesi direttamente colpiti dalla crisi del debito. Tuttavia, rispetto a un anno fa, i pericoli per l'eurozona sono diminuiti così come i rischi di default di alcuni stati travolti dalla crisi del debito.

Il problema che preoccupa maggiormente l'OLI resta la disoccupazione. In particolare è quella giovanile che rappresenta il pericolo maggiore per la coesione sociale europea. A livello mondiale sono 73,8 milioni i giovani che non hanno un lavoro fisso. Il numero dei senza lavoro tra i giovani è destinato a salire. Complice è la crisi economica che provocherà un aumento della disoccupazione giovanile di un ulteriore mezzo milione di unità entro il 2014. Se non si prenderanno provvedimenti, la media globale della quota di disoccupati tra i giovani passerà dal 12,6% del 2012 al 12,9% nel 2017.

Secondo l'Organizzazione internazionale del lavoro sono la Svizzera, la Germania e l'Austria ad essere riuscite a mantenere basso il tasso di disoccupazione giovanile. La situazione è ben diversa nell'Europa meridionale. Soltanto per fare un esempio Grecia e Spagna hanno un tasso di disoccupazione giovanile che supera il 50%. Un pericolo questo che, come detto, potrebbe minacciare la coesione sociale.

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