"Rimaniamo ancorati saldamente al concetto di protezione della vita e siamo contro l'aborto", ha dichiarato oggi ai media a Berna il vescovo Markus Büchel, presidente designato della CVS. Questa posizione è stata ribadita nel corso dell'assemblea ordinaria.
L'iniziativa non mette però in dubbio l'aborto, "questa fondamentale domanda non viene sfiorata", ha sottolineato il segretario generale della Conferenza Erwin Tanner. L'iniziativa popolare non è un metodo adeguato per combattere le interruzioni di gravidanza.
I vescovi invitano però la società a porsi domande di fondo sull'argomento. "Un dibattito sul tipo di finanziamento non è sufficiente a decidere pro o contro l'aborto", sostiene la Conferenza.
La CVS valuta tuttavia positivamente il fatto che l'iniziativa "combatte la 'normalità' istituzionalizzata dell'aborto". Critiche vengono per contro mosse all'argomentazione secondo cui con i premi delle casse malattia si finanziano le uccisioni di feti. Cercare di creare sensi di colpa nelle persone è sbagliato, ha detto Büchel.
I premi finiscono in un'istituzione solidale. Cosa questo organismo faccia con i soldi non può essere ricondotto alla responsabilità dei singoli: "con questo sistema non si diventa colpevole di un aborto", ha sottolineato il presidente. Per tale motivo i vescovi si ribellano all'idea semplicistica che chi è contro l'iniziativa è a favore delle interruzioni di gravidanza.