Non ha convinto nemmeno la clausola che prevede almeno due seggi governativi su sette per i latini, soprattutto poiché l'iniziativa considera il Ticino e la Romandia come una sola entità.
Denominata "Elezione del Consiglio federale da parte del popolo", l'iniziativa è stata depositata dall'UDC per porre fine ai tatticismi dei partiti durante la nomina del governo. Il testo prevede un'elezione popolare del governo secondo il sistema maggioritario, che si svolgerebbe ogni quattro anni assieme alle elezioni per il Consiglio nazionale.
Spetterebbe al governo scegliere ogni anno il presidente e il vicepresidente del Consiglio federale. All'Assemblea federale toccherebbe invece l'elezione del Cancelliere della Confederazione e dei giudici federali.
La Svizzera formerebbe una sola circoscrizione elettorale. L'iniziativa contempla però una clausola, in base alla quale le regioni e i cantoni romandi (GE, VD, NE, JU, e regioni francofone di FR, VS e BE) e italofoni (Ticino e Grigioni italiano) avrebbero diritto complessivamente ad almeno due seggi in Consiglio federale. L'iniziativa dell'UDC non contiene invece alcuna disposizione per i Romanci.
L'elezione del governo da parte del popolo non è un'idea nuova e non è sostenuta soltanto dall'UDC. Molte voci si sono fatte sentire a sinistra per sostenere una riforma di questo tipo. Il popolo ha respinto a due riprese, nel 1900 e nel 1942, due iniziative analoghe depositate dal Partito socialista.