Le grandi aziende chiedono ai loro dipendenti di viaggiare in treno anziché in aereo. Ma i motivi non sono (solo) legati all’ambiente
BERNA - Scioperi e manifestazioni per il clima non scoraggiano le persone dai viaggi in aereo. Il numero di passeggeri all’aeroporto di Zurigo è in costante aumento: negli ultimi dieci anni sono passati da 20 a 30 milioni. Tuttavia, diminuiscono i dipendenti delle grandi aziende svizzere.
I viaggi aziendali in aereo - riferisce il Tages Anzeiger - sono sempre più rari. Perlomeno in Svizzera. Se infatti nel resto del mondo i dati mostrano un aumento nell’ultimo decennio, le multinazionali elvetiche tendono a utilizzare di meno l’aereo.
UBS nel 2007 aveva percorso un miliardo di chilometri con le tratte aeree. Oggi sono “solo” 500 milioni. Le riunioni si svolgono principalmente in videoconferenza e, quando non possibile, viene incentivato il viaggio in treno. Tra il 2007 e il 2018 i chilometri percorsi in aereo da Credit Suisse sono diminuiti del 47%.
Ma il cambiamento di mentalità è legato a una maggior sensibilità nei confronti del clima? In realtà le aziende, soprattutto dopo la crisi del 2008, hanno tagliato moltissime spese. La misura è quindi legata sia alla necessità di fare di più per l'ambiente, che all'economia.
Nestlé lo ammette candidamente: «Riduciamo i viaggi di lavoro per risparmiare costi, tempo ed emissioni». Anche da ABB la diminuzione, negli ultimi quattro anni, è consistente. E assegna ai dipendenti eco-bonus se utilizzano un mezzo di trasporto più ecologico.
Nonostante sia cresciuta in modo significativo, la farmaceutica Roche è riuscita a mantenere stabili nell’ultimo decennio le miglia aeree percorse dai suoi dipendenti. Novartis, dal canto suo, si è posta l’obiettivo di diminuire le emissioni di CO2 del 50%: «Anche se i viaggi di lavoro rappresentano solo una piccola parte, vogliamo ridurli anche in futuro», ha spiegato un portavoce.