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BERNACongedi pagati per i genitori, la Svizzera fanalino di coda

20.08.18 - 09:46
Un’analisi svolta su incarico della COFF illustra le ripercussioni positive della misura su salute, parità ed economia
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Congedi pagati per i genitori, la Svizzera fanalino di coda
Un’analisi svolta su incarico della COFF illustra le ripercussioni positive della misura su salute, parità ed economia

BERNA - In Slovacchia, Finlandia e Ungheria sono previste almeno 160 settimane. Metà dei Paesi dell’OCSE ne prevede almeno 43, mentre la durata media è di ben 54 settimane. Si parla di congedi parentali pagati, una tematica che vede la Svizzera ai piani bassi della classifica, fanalino di coda per quanto concerne lo scenario europeo.

Esclusa l’indennità di maternità, la Svizzera non dispone infatti di ulteriori misure di congedo utili a sgravare i futuri genitori. Un’analisi svolta su incarico della Commissione federale di coordinamento per le questioni familiari (COFF) mette oggi in evidenza le numerose ripercussioni positive di un’introduzione del congedo sia sulla salute della madre e del bambino, che sulla parità fra donna e uomo nonché sull’economia.

Alla scarsità attuale di misure, sottolinea invece la COFF, corrisponde una perdita di lavoratori qualificati all’interno del contesto economico elvetico. «Molte madri riducono il loro grado d’occupazione o rinunciano del tutto allo svolgimento di un’attività lucrativa. Successivamente per loro è molto difficile, se non impossibile, rientrare nel mercato del lavoro. Per lo Stato questo significa non solo meno entrate fiscali, ma anche maggiori costi sociali», si legge nel documento.

L’introduzione di un congedo parentale, che consentirebbe una maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro, potrebbe invece contribuire a compensare la carenza di personale qualificato e permettere alle numerose madri che lo desiderano di lavorare in misura maggiore.

Secondo uno studio del 2010, i costi del modello della COFF sono stimati a un importo compreso tra 1 e 1,5 miliardi di franchi. Un aumento dell’1 per cento dell’attività lucrativa delle donne genererebbe già entrate fiscali sufficienti per compensare un congedo parentale di 18-20 settimane remunerato al 100 per cento.

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