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NEUCHÄTEL / VAUDConfermati i 20 anni all'uxoricida di La Chaux-de-Fonds

17.08.18 - 12:20
L'uomo aveva ucciso la moglie, che era stata ritrovata nuda e con la testa rasata in un bosco francese
Keystone
Confermati i 20 anni all'uxoricida di La Chaux-de-Fonds
L'uomo aveva ucciso la moglie, che era stata ritrovata nuda e con la testa rasata in un bosco francese

LOSANNA - Il Tribunale federale ha respinto il ricorso di un 32enne francese condannato lo scorso febbraio in appello a 20 anni di carcere per aver ucciso la moglie 24enne nel gennaio 2015 a La Chaux-de-Fonds (NE). La pena pronunciata dalla Corte penale del cantone di Neuchâtel è così definitiva.

Nel suo ricorso il francese di origine maghrebina, cui in primo grado era stata inflitta una pena di 18 anni, chiedeva l'assoluzione dall'accusa di assassinio. Nella sentenza pubblicata oggi, i supremi giudici di Losanna giudicano tuttavia che il tribunale cantonale non si sia pronunciato in modo arbitrario, considerate le ammissioni dettagliate ripetute a più riprese dall'imputato nella fase istruttoria in presenza del suo avvocato e confermate dagli elementi materiali raccolti dalla polizia. L'uomo si era poi ritrattato dichiarandosi innocente.

I fatti sono avvenuti il 6 gennaio 2015 a La Chaux-de-Fonds. Nel processo di primo grado tenutosi nella città neocastellana il 20 e 21 giugno 2017 i giudici avevano definito atroci le azioni dell'imputato contro la moglie, che il 13 dicembre 2014 aveva lasciato il domicilio coniugale e chiesto asilo in un centro di accoglienza per donne e dal 6 gennaio seguente non era più stata vista. Il corpo nudo e con la testa rasata era stato ritrovato due mesi dopo in un bosco situato presso il villaggio francese di Charquemont, a circa 25 chilometri da La Chaux-de-Fonds, città dove i due risiedevano dall'ottobre 2014.

Il marito, subito entrato nel mirino delle indagini, era stato fermato il 9 gennaio. Aveva ammesso di aver strangolato la moglie fino a farle perdere conoscenza e di averla annegata nella vasca da bagno per poi rasarle la testa «in un gesto di umiliazione». Davanti ai giudici aveva successivamente ritrattato la confessione, dicendo di essere stato mal consigliato dal suo precedente avvocato difensore.

Al processo d'appello tenutosi il 25 gennaio, il procuratore aveva chiesto il carcere a vita, mentre la difesa voleva il proscioglimento. Nella sentenza resa nota il 1° febbraio, la Corte penale ha aggiunto due anni di carcere alla condanna di prima istanza.

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