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BERNADoris Leuthard non interverrà nella crisi dell'ats

18.01.18 - 21:38
«Non siamo azionisti, resta una decisione dell'impresa e del consiglio di amministrazione»
Keystone
Doris Leuthard non interverrà nella crisi dell'ats
«Non siamo azionisti, resta una decisione dell'impresa e del consiglio di amministrazione»

BERNA - Doris Leuthard non intende intervenire direttamente nella crisi che attraversa l'Agenzia telegrafica svizzera (ats). La responsabile del Dipartimento federale delle comunicazioni (DATEC) ha sottolineato che la Confederazione non è azionista di questa società privata.

Interrogata in proposito a margine dell'inaugurazione ufficiale della piattaforma di trasbordo strada-ferrovia del gruppo Planzer a Penthalaz (VD), la consigliera federale ha sottolineato l'importanza dell'ats e giudicato un «peccato» se le prestazioni si riducessero. Non è comunque suo compito immischiarsi di «questioni interne» dell'impresa.

«Naturalmente apprezziamo molto le prestazioni dell'ats, che è importantissima soprattutto per le piccole imprese mediatiche. Per questo sarebbe un peccato se le prestazioni a disposizioni diminuissero e i giornalisti non trovassero più lavoro», ha detto Leuthard.

Interrogata sulla eventuale volontà di incontrare la direzione dell'impresa, la consigliera federale ha affermato che «per le questioni interne, non posso pronunciarmi. Non siamo azionisti, resta una decisione dell'impresa e del consiglio di amministrazione. Ci sono molte aziende che hanno problemi in Svizzera», ha aggiunto.

Sostegno della Confederazione

La responsabile del DATEC ha ricordato che «l'anno scorso la Confederazione ha voluto aumentare di due milioni di franchi il sostegno diretto all'ats. Nell'ordinanza, che è attualmente in consultazione, è previsto un sostegno all'ats perché vogliamo un rafforzamento in futuro».

L'8 gennaio la direzione dell'ats ha comunicato che procederà a una ristrutturazione della società sopprimendo un giornalista su quattro nella redazione, affermando di dover reagire a una situazione «molto difficile nel mondo dei media».
 
 

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