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ZURIGOConflitti con le autorità di protezione, in un anno 1'084 casi

16.01.18 - 12:08
Solo il 2% delle richieste di consulenze è arrivato dalla Svizzera italiana
Keystone
Conflitti con le autorità di protezione, in un anno 1'084 casi
Solo il 2% delle richieste di consulenze è arrivato dalla Svizzera italiana

ZURIGO - In un anno sono stati 1084 i casi di persone toccate da una misura di protezione di minori o adulti nei quali il centro KESCHA ha fornito una consulenza. Il centro giudica necessarie più risorse e più mediazioni per risolvere le situazioni di conflitto con le ARP.

Creato da sei organizzazioni attive nella protezione degli adulti e dei minori, il "Centro di ascolto e assistenza del minore e dell'adulto" (KESCHA) offre le sue prestazioni in tutte le regioni della Svizzera e dispone di un sito internet trilingue, www.kescha.ch.

Per il presidente di KESCHA Guido Fluri, «la forte richiesta di consulenze dimostra quanto sia necessaria una simile struttura». Il primo anno di attività del centro è stato accompagnato da un'analisi scientifica da parte di ricercatori dell'Università di Friburgo.

In base ai dati presentati oggi alla stampa, il 59% dei casi trattati ha riguardato una misura di protezione di un minore e il rimanente 41% di un adulto. Nell'incontro con i media si è inoltre appreso che il 94% delle richieste di consulenza sono arrivate dalla Svizzera tedesca, il 4% dalla Romandia e il 2% dalla Svizzera italiana.

L'analisi condotta dai professori Dominik Schöbi e Alexandra Jungo dell'Università di Friburgo ha messo in evidenza come le persone toccate da una simile misura "spesso non capiscono i processi e le procedure vigenti nella protezione del minore e dell'adulto".

Per questo, lo studio consiglia che le Autorità di protezione dei minori e degli adulti (APMA) - che in Ticino si chiamano Autorità regionali di protezione (ARP) - mettano a disposizione più risorse per la comunicazione con le persone toccate da una misura.

L'analisi ha inoltre messo in evidenza come alla base dei problemi che riguardano le misure di protezione di un minore vi siano spesso conflitti fra genitori. L'incapacità di trovare dei compromessi ha ripercussioni negative sui bambini. Per questo motivo, lo studio consiglia di mettere a disposizione dei genitori offerte su misura, come le mediazioni. In questo modo «i genitori vengono responsabilizzati, senza che l'ARP debba intervenire fra le parti», afferma, citata in una nota, la professoressa Jungo.

Gli autori dello studio raccomandano infine di costituire nei vari cantoni degli enti di intervento per i casi di crisi. Soltanto così si potrà evitare che persone che si trovano in situazioni disperate siano abbandonate a loro stesse.

Ad accendere i riflettori sulle autorità di protezione dei minori e degli adulti era stato soprattutto il dramma della donna di 27 anni che il primo gennaio 2014 uccise i suoi due figli di cinque e due anni a Flaach (ZH). La donna - poi morta suicida in carcere - si era vista togliere i due figli in seguito all'apertura di un'inchiesta per truffa nei confronti del padre.

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