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Il comportamento delle persone su internet è stato analizzato dagli scienziati. Il rinomato economista Ernst Fehr ha scoperto che in rete si condivide volentieri il denaro e si è ugualmente portati a condannare chi non lo fa.

Nelle simulazioni al computer e in studi etnologici sul campo si è scoperto che gli altruisti hanno maggiori possibilità di sopravvivenza degli egoisti, proprio perché collaborano con gli altri. Le società nelle quali ci si aiuta reciprocamente in caso di mancanza o eccesso di cibo aumentano le loro probabilità di sopravvivenza a lungo termine.

Questa strategia ha dato i suoi frutti: le società funzionano meglio quando i loro membri collaborano.
Anche in internet e malgrado l’anonimità di molti utenti questo comportamento sorprendentemente non cambia.

Donare conviene anche a livello economico

Sul mercato online di eBay non ci si aspetterebbe un comportamento altruista. Nel 2004 Andreas Diekmann, professore di sociologia all’ETH di Zurigo, assieme a ricercatori di Berna e Cambridge ha analizzato 300'000 transazioni sulla piattaforma.

«La fiducia verso venditori anonimi viene concessa solamente se gli acquirenti danno la loro valutazione dopo l’acquisto» riassume Andreas Diekmann nello studio. «Anche se si devono fare un paio di clic in più: un egoista non lo farebbe in quanto questo non gli darebbe alcun vantaggio». Il piccolo sforzo extra è il carburante di queste piattaforme online.

Facile e veloce

Diekmann sa però che siamo disposti ad aiutare gli altri solamente se il nostro sforzo non è troppo grande come ad esempio fare un paio di clic in più oppure arrotondare il conto al ristorante. In rete così come nel mondo reale sono poche le persone che si assumono costi importanti. Semplici azioni come un’offerta per una buona causa o un progetto amatoriale sono tuttavia svolte velocemente anche se comportano un piccolo sforzo ulteriore.

Lo studioso ha recentemente contribuito di tasca propria ad un progetto da 7000 euro di un suo studente per la realizzazione di un radiodramma. «Mia figlia ha condiviso il link» spiega Diekmann «c’era quindi una certa aspettativa, una pressione sociale. Inoltre anch’io ho una contropartita: se l’azione avrà successo riceverò un DVD, una tazza per il caffè e figurerò tra i sostenitori».

Denaro, amore e gloria

Anche Philipp Blohm, professore all’Università di San Gallo, studia queste collaborazioni in internet.
Secondo lui esistono tre motivazioni di base: «Denaro, amore e gloria». I cosiddetti crowdworker che per esempio scrivono le descrizioni dei prodotti in vendita su eBay sono attratti dal denaro. L’amore gioca invece un ruolo fondamentale nelle donazioni fatte senza aspettarsi nulla in cambio.

Per molti conta molto anche l’onore e quindi la possibilità di assumere un ruolo all’interno della comunità.
«Il successo di una campagna di crowdfunding dipende maggiormente dalla strategia di comunicazione che dallo scopo» aggiunge Blohm «e dal fatto di mobilitare una cerchia specifica che riceverebbe in cambio un certo riconoscimento».

Sostenitori locali

Questa cerchia sociale potrebbe essere una comunità globale di internauti che condivide la gioia di un risultato positivo. Spesso è vero il contrario: offline e locale. Questo è quanto ha scoperto Andreas Dietrich, professore di economia all’Università di Lucerna e autore dell’annuale “Crowdfunding Monitoring” per la Svizzera.

Nelle sue ricerche Dietrich ha scoperto che all’interno della rete mondiale internet il sostegno ai progetti ha di regola una provenienza locale. «La distanza media di un donatore per le raccolte di fondi è di 12 chilometri» spiega Dietrich. «I donatori sono in prima linea i famigliari, gli amici e i vicini».

Come sostenete i progetti vicini a voi? Scrivete le vostre esperienze nei commenti.

Questo articolo è stato redatto in collaborazione con eroilocali.ch.