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SVIZZERAPiù strumenti per la polizia contro il terrorismo

08.12.17 - 16:16
Le nuove misure possono essere adottate quando si presume che una persona rappresenti una minaccia, ma gli indizi non sono sufficienti per giustificare l'apertura di un procedimento penale
Keystone
Più strumenti per la polizia contro il terrorismo
Le nuove misure possono essere adottate quando si presume che una persona rappresenti una minaccia, ma gli indizi non sono sufficienti per giustificare l'apertura di un procedimento penale

BERNA - Sul fronte della lotta al terrorismo la polizia deve poter disporre di maggiori strumenti per contrastare, al di fuori di un procedimento penale, le persone potenzialmente pericolose. È l'opinione del Consiglio federale che ha posto oggi in consultazione il relativo progetto preliminare di legge. Fra le misure previste vi è la possibilità di pronunciare il divieto di lasciare un immobile.

La nuova legge federale sulle misure di polizia per la lotta al terrorismo (PMT) integra il Piano d'azione nazionale, laddove le misure di prevenzione di quest'ultimo non risultino sufficienti, in particolare nella fase iniziale della radicalizzazione e dopo l'esecuzione della pena.

Le nuove misure, ha spiegato la consigliera federale Simonetta Sommaruga ai media a Berna, possono essere adottate quando si presume che una persona rappresenti una minaccia, ma gli indizi non sono sufficienti per giustificare l'apertura di un procedimento penale.

Per spiegarsi meglio, la ministra ha fatto un esempio concreto: «In Svizzera ci sono tre iracheni condannati per sostegno all'Isis, che nel frattempo però sono a piede libero. Con le nuove norme sarà possibile prendere misure contro queste persone, contro le quali non è in corso alcun procedimento, ma per le quali esiste un rischio di recidiva e possono essere considerate pericolose».

Sono previsti in particolare interventi quali l'obbligo di presentarsi regolarmente presso un posto di polizia, il divieto di lasciare il Paese e il conseguente sequestro del passaporto o della carta d'identità, il divieto di avere contatti e il cosiddetto divieto di lasciare e di accedere ad aree determinate.

Le autorità "devono poter meglio agire anche su Internet, ad esempio infiltrandosi in una chat senza per forza doversi identificare, come già viene fatto con i pedofili", ha detto la consigliera federale.

Divieto di lasciare un immobile - Come ultima ratio, e solamente contro le persone particolarmente pericolose, è prevista la possibilità di pronunciare un divieto di lasciare un immobile. Questa misura, oltre all'autorizzazione dell'Ufficio federale di polizia (Fedpol), necessita anche dell'approvazione di un'autorità giudiziaria. "Questa è la più grande limitazione della libertà che si può intraprendere al di fuori di un arresto", ha sottolineato la Sommaruga.

Nel caso di stranieri radicalizzati, l'avamprogetto introduce un nuovo motivo di incarcerazione: chiunque minacci la sicurezza interna o esterna della Svizzera può essere posto in detenzione per poter garantire l'esecuzione dell'espulsione.

«Le misure saranno efficaci e mirate contro persone sospette e assolutamente non generiche o contro interi gruppi di persone», ha rassicurato la ministra. Per farsi un'idea dell'ordine di grandezza del disegno, la direttrice della Fedpol Nicoletta Della Valle, ha spiegato che nella Confederazione ci sono al momento 100 persone considerate a rischio e, fra queste, circa 10 o 20 potrebbero essere interessate dalle novità.

Quello posto in consultazione oggi è il terzo e ultimo dei grandi progetti, previsti per quest'anno, con cui s'intende attuare la Strategia della Svizzera per la lotta al terrorismo.

Si aggiunge infatti al progetto preliminare sull'inasprimento del diritto penale, che ha ricevuto riscontri positivi in sede di consultazione, e al Piano d'azione nazionale per prevenire e combattere la radicalizzazione e l'estremismo violento, nel frattempo approvato all'unanimità da Cantoni, città, Comuni e Confederazione.

Esplosivi - Il Consiglio federale ha inoltre posto in consultazione un avamprogetto di legge teso a limitare l'accesso a sostanze chimiche che possono essere utilizzate facilmente per scopi terroristici e possono arrecare grossi danni. Si tratta nello specifico dei cosiddetti precursori che possono essere impiegati per la preparazione di sostanze esplosive e sono contenuti ad esempio nei fertilizzanti, in prodotti per la pulizia delle piscine o nei diserbanti.

La regolamentazione proposta contempla misure pragmatiche che sono state discusse con i settori interessati. Il progetto è destinato ai privati e non si applica invece agli utilizzatori professionali e agli agricoltori. Per quanto concerne queste ultime due categorie, il governo punta su una loro autoregolamentazione e sensibilizzazione al fine di contrastare eventuali usi abusivi dei precursori di sostanze esplosive. Anche in questo caso la consultazione terminerà a fine marzo 2018.

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COMMENTI
 

Mag 6 anni fa su tio
Se va avanti cosi' fra dieci anni non ci saranno più attentati in quanto i terroristi capiranno che si "suiciderebbero" tra loro ... inutilmente (é satira, per chi non lo avesse capito).
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