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BERNAControlli radar, avvertire su Whatsapp deve rimanere punibile

23.11.17 - 16:25
Il Consiglio federale non intende modificare la legge federale sulla circolazione stradale
TiPress / Keystone
Controlli radar, avvertire su Whatsapp deve rimanere punibile
Il Consiglio federale non intende modificare la legge federale sulla circolazione stradale

BERNA - Avvertire amici e conoscenti tramite SMS o Facebook della presenza di controlli radar sulle strade deve rimanere punibile. È quanto crede il Consiglio federale che, contrariamente a quanto auspica una mozione del consigliere nazionale Christian Imark (UDC/SO), non intende modificare la legge federale sulla circolazione stradale.

Sull'atto parlamentare, corredato di una trentina di firme - tra cui i leghisti Lorenzo Quadri e Roberta Pantani, nonché il PPD Fabio Regazzi - dovrà ancora esprimersi il Parlamento.

Per l'autore della mozione, i messaggi inviati all'interno di gruppi social chiusi sulle condizioni del traffico, come anche sui controlli di polizia, non dovrebbero essere sanzionati. Stando al democentrista solettese, uno Stato che vuole conoscere ciò che si dicono gruppi chiusi (...) ricorda molto i metodi della Stasi.

Oltre a ciò, riferendosi a un caso concreto riportato da 20Minuten il 22 settembre scorso, criminalizzare «gruppi e persone che si scambiano suggerimenti senza commettere reato significa dilapidare nel vero senso della parola risorse pubbliche».

Non la pensa così il Governo, secondo cui rendere noto il luogo in cui si svolgono i controlli stradali significa agevolare chi viola impunemente le regole e dargli la possibilità di rispettarle soltanto laddove sono previsti. Le relative segnalazioni hanno quindi conseguenze negative sulla sicurezza stradale.

È vero che la legge sulla circolazione stradale vieta soltanto la segnalazione pubblica, scrive il Consiglio federale, tuttavia «la decisione di classificare una segnalazione come pubblica (e quindi non più privata) dipende dal caso concreto, a prescindere dallo status di un gruppo nei social media».

Infatti, anche i cosiddetti gruppi social chiusi (...) possono avere carattere pubblico, soprattutto se il numero di iscritti è elevato. La valutazione al riguardo deve rimanere nella discrezionalità dei tribunali.

Il caso concreto cui si riferisce Imark riguarda una persona condannata nel Canton San Gallo con decreto d'accusa per aver informato su un gruppo Whatsapp della presenza di un radar. Il lettore del giornale gratuito condannato, che ha reso pubblico il caso, ha detto di rischiare una multa di 850 franchi. Il gruppo contava circa 200 persone.

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COMMENTI
 

Monello 6 anni fa su tio
...Io le palle le ho pienissime ...mi pare ora si stia veramente esagerando ..ora stanno veramente tirando troppo la corda ..ovviamente io in whatsapp non spedisco niente chiaramente resto nel legale !!

Mauz 6 anni fa su tio
Ma dove stiamo andando a finire... Con le problematiche gravi che ci sono al giorno d’oggi pensano ai gruppi whatsapp? Che triste constatare ancora una volta che quando c’è da incassare facile e dar via qualche multa profumata allora si parte in quinta.
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