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BERNA - Il Consiglio federale, nella sua seduta odierna, ha approvato un contributo di 46,5 milioni di franchi per migliorare le infrastrutture di molti Paesi in via di sviluppo subsahariani e asiatici per gli anni 2017-2021.
Il contributo sarà versato al "Private Infrastructure Development Group" (PIDG), sostenuto, oltre che dalla Svizzera, da Australia, Germania, Gran Bretagna, Paesi bassi, Norvegia e Svezia. La Segreteria di Stato dell'economia (SECO) è un membro fondatore, indica l'esecutivo in una nota odierna.
Gli aiuti della Svizzera vogliono favorire gli investimenti privati nelle infrastrutture nonché promuovere le capacità dei governi e degli attori privati nel pianificare e realizzare questo tipo di progetti, spiega il governo.
«L'esistenza di un'infrastruttura sostenibile è una condizione imprescindibile per lo sviluppo economico, sociale ed ecologico di un Paese», si legge nel comunicato. Tali investimenti creano, direttamente o indirettamente, posti di lavoro, ad esempio garantendo l'approvvigionamento energetico delle piccole e medie imprese, spiega il Consiglio federale. Fino a oggi il PIDG ha provveduto affinché oltre 220 milioni di persone abbiano accesso a infrastrutture nuove o rinnovate, creando nel contempo 270'000 impieghi.
Dato che le autorità dei Paesi in via di sviluppo non possono finanziare da sole questi progetti, il PIDG si adopera per raccogliere ulteriori fondi. «Finora per ogni dollaro impiegato sono stati mobilizzati 17 dollari di capitale privato», si legge nella nota. Insieme al PIDG, la Svizzera può inoltre contribuire all'adempimento dei propri impegni internazionali concernenti il finanziamento delle misure contro il cambiamento climatico.
Secondo le stime della Banca mondiale, 1,3 miliardi di persone in tutto il mondo non ha accesso all'energia elettrica. Si tratta dunque di contrastare questo deficit di approvvigionamento in maniera sostenibile.
