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BERNABisogna «diminuire nettamente il numero di civilisti»

15.11.17 - 13:11
Da gennaio il periodo minimo sarà portato a 150 giorni. Ai militari che dopo la scuola reclute chiedono di passare al servizio civileverrà imposta un'attesa di 12 mesi
Keystone
Bisogna «diminuire nettamente il numero di civilisti»
Da gennaio il periodo minimo sarà portato a 150 giorni. Ai militari che dopo la scuola reclute chiedono di passare al servizio civileverrà imposta un'attesa di 12 mesi

BERNA - Occorre diminuire nettamente il numero di ammissioni al servizio civile. Il Consiglio federale ha incaricato oggi il Dipartimento dell'economia (DEFR) di preparare un progetto della legge in questo senso entro l'autunno del 2018, in modo da garantire un apporto duraturo di persone all'esercito. Nel frattempo vengono introdotte una serie di modifiche all'ordinanza in materia.

I dati sono significativi: dal 2011 al 2016 il numero di ammissioni al servizio civile è passato da 4670 a 6169, rileva il governo, annunciando le misure volte a frenare la tendenza al rialzo.

Da gennaio il numero minimo di giorni di servizio civile sarà portato a 150 giorni. Inoltre, ai militari che dopo la scuola reclute chiedono di passare al servizio civile (40% delle ammissioni) verrà imposto un periodo di attesa di 12 mesi.

Altre disposizioni mirano a rendere il servizio civile meno appetibile a ufficiali e sottufficiali, ad abolire elenchi di mansioni per medici e a impedire l'accesso al servizio civile a chi non ha giorni di servizio militare rimanenti. Chi presenta domanda di passaggio al servizio civile durante la scuola reclute dovrà inoltre iniziare l'impiego di lunga durata entro 12 mesi.

Uno degli aspetti più importanti del progetto che il DEFR è chiamato a elaborare sarà l'obbligo di prestare servizio annualmente già a partire dall'anno successivo all'ammissione. Il Consiglio federale ha inoltre incaricato il dipartimento guidato da Johann Schneider-Ammann di esaminare l'impiego dei civilisti durante manifestazioni sportive o culturali e nel sostegno ai familiari di persone che hanno bisogno di assistenza.

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