Dopo un anno appena dall'introduzione del pagamento in cassa, il calo è clamoroso: supera l'80%
BERNA - Non c'è da girarci intorno: se il sacchetto di plastica costa, finisce che lo si lascia in cassa. Ci si ricorda di portare la borsa da casa, si decide di stipare la spesa nelle buste di carta o dentro gli scatoloni: così, a un anno dall'introduzione da quella che all'epoca fu una novità poco gradita, 5 centesimi a ogni shopping-bag usa-e-getta fino al giorno prima gratuito, la Svizzera può dirsi oggi invece soddisfatta. Il consumo è calato dell'80% alla Migros, capofila dell'iniziativa; dell'85% alla Coop, per un risparmio stimato di 850 tonnellate di plastica.
Ma la tela inquina di più (...?) - Pazienza poi se, insinua qualcuno, non serve a ridurre l'inquinamento. Secondo uno studio dell'UK Environment Agency, i sacchetti in polietilene, quando riutilizzati, hanno un minor impatto ambientale rispetto per esempio alle sportine in cotone: un vero danno, al contrario dei pregiudizi, per via di quel che comporta la loro produzione.
In Italia stop anche a quelli della frutta - Resta il fatto che gli shopper gli plastica rappresentano ben il 16% del "marine litter": per questo anche l'Europa ha da tempo deciso di dare battaglia. A partire dal prossimo anno l'Italia vieterà la distribuzione gratuita addirittura anche di quelli utilizzati per confezionare la frutta e la verdura. L'ultima nazione in ordine di tempo a porre il veto è stata invece l'Estonia, che li metterà al bando da gennaio 2019, dopo anni di primato: con 514 sacchi pro capite, quasi due al giorno, attualmente è il Paese con il consumo maggiore assieme a Lettonia, Lituania, Polonia, Ungheria, Slovacchia, Slovenia e Portogallo.
Più virtuosa l'Irlanda. E per fortuna c'è stata la Brexit - Il minore è in Irlanda, appena 20 all'anno, grazie a una tassa di 15 centesimi di euro introdotta nel 2002 e alzata a 22 centesimi nel 2010, che li ha abbattuti del 90%. In Francia, dove l'anno scorso è stata vietata la produzione, sono 88 a testa. In Gran Bretagna 176: e a questo punto per "fortuna" è uscita (in tempo) dall'Ue, che ha posto limiti di 90 sacchetti entro fine 2019 e 40 nel 2025.