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BERNACollocamenti coatti, aumentano le richieste di risarcimento

02.10.17 - 14:59
Affinché tutte le vittime possano far valere e ottenere tale contributo, la Confederazione e i promotori dell'iniziativa per la riparazione hanno lanciato una campagna di sensibilizzazione
Collocamenti coatti, aumentano le richieste di risarcimento
Affinché tutte le vittime possano far valere e ottenere tale contributo, la Confederazione e i promotori dell'iniziativa per la riparazione hanno lanciato una campagna di sensibilizzazione

 

BERNA - Le richieste di contributi di solidarietà alle vittime di misure coercitive a scopo assistenziale sono al momento 3'352 (stato inizio ottobre), 816 in più rispetto a inizio luglio.

Due medi fa il delegato per le vittime Luzius Mader, il presidente della Conferenza dei direttori cantonali delle opere sociali Peter Gomm, e Guido Fluri, promotore principale dell'iniziativa per la riparazione, avevano tracciato un primo bilancio intermedio.

Nel corso di una conferenza stampa a Berna i tre avevano parlato di un numero di richieste inferiore al previsto dopo l'entrata in vigore della legge e dell'ordinanza nell'aprile scorso dotata di un fondo di 300 milioni di franchi. La Confederazione si attende in totale da 12 a 15 mila richieste.

Gomm, Mader e Fluri avevano invitato le vittime a farsi avanti. Un invito che evidentemente è servito, tanto che nel frattempo il numero di coloro che chiedono un indennizzo all'Ufficio federale di giustizia (UFG) tramite i Cantoni è "sensibilmente" aumentato.

In una nota odierna l'UFG ricorda che il termine d'inoltro previsto dalla legge è il 31 marzo 2018. A chi si considera vittima di una misura coercitiva a scopo assistenziale o di un collocamento extrafamiliare prima del 1981 e intende far valere il proprio diritto a un contributo di solidarietà restano quindi altri sei mesi per fare domanda, sottolinea il comunicato.

Affinché tutte le vittime possano far valere e ottenere tale contributo, la Confederazione e i promotori dell'iniziativa per la riparazione hanno lanciato una campagna di sensibilizzazione.

Molte le vittime non sanno per esempio di aver diritto a un contributo di solidarietà. Da qui l'idea di una campagna informativa: in settembre è stato distribuito un opuscolo nelle case per anziani e di cura, le cliniche, gli studi medici e altre istituzioni e organizzazioni in tutta la Svizzera.

L'opuscolo, disponibile in tre lingue, precisa che le vittime sono coloro che «la cui integrità fisica, psichica o sessuale o il cui sviluppo intellettivo sono stati lesi in modo diretto e grave a causa di misure coercitive a scopo assistenziale o di collocamenti extrafamiliari prima del 1981 (anno in cui queste pratiche sono state abolite, n.d.r)». Vengono indicate chiaramente le istanze a cui rivolgersi e l'importo massimo cui si ha diritto - 25 mila franchi.

Per finanziare i contributi di solidarietà, il Parlamento ha stanziato un credito di 300 milioni di franchi. L'importo ricevuto sarà lo stesso per tutte le vittime e dipenderà dal numero di richieste accolte. Il Consiglio federale prevede che il numero di queste ultime dovrebbe aggirarsi tra 12'000 e 15'000 e che a ogni vittima riconosciuta dovrebbe essere versato un contributo fra 20'000 e 25'000 franchi al massimo.

Se entro il 31 marzo 2018 non si supereranno le 12'000 domande accolte, l'importo dovrebbe attestarsi su 25'000 franchi, se invece si dovesse oltrepassare questa soglia il contributo verrebbe versato in due rate. In tutti i casi i primi versamenti saranno possibili dal mese di aprile 2018.

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