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BERNASì allo scambio automatico di informazioni bancarie

27.09.17 - 21:03
Rispetto al progetto governativo, il plenum ha "congelato" l'intesa con la Nuova Zelanda e respinto - per un soffio - l'idea di un AIA con l'Arabia Saudita
Keystone
Sì allo scambio automatico di informazioni bancarie
Rispetto al progetto governativo, il plenum ha "congelato" l'intesa con la Nuova Zelanda e respinto - per un soffio - l'idea di un AIA con l'Arabia Saudita

BERNA - Nonostante l'opposizione dell'UDC, il Consiglio nazionale ha approvato oggi lo scambio automatico di informazioni bancarie (AIA) con 39 Paesi, che si aggiungono ai 38 Stati con i quali la Svizzera ha già siglato degli accordi in tal senso. Rispetto al progetto governativo, il plenum ha "congelato" l'intesa con la Nuova Zelanda e respinto - per un soffio - l'idea di un AIA con l'Arabia Saudita (95 voti a 92 a 4 astensioni).

Se l'iter parlamentare dovesse essere rispettato, a partire dal 2018 gli istituti finanziari dovrebbero incominciare a raccogliere le informazioni sui loro clienti esteri per essere pronti a trasmetterle a partire dal 2019. Tale trasmissioni interesserebbe anche i cittadini svizzeri residenti all'estero in quei Paesi con i quali Berna ha concluso un AIA.

Prima però dello scambio vero e proprio di dati, il Consiglio federale dovrà aver redatto per ogni singolo Paese un rapporto in cui si valuta il rispetto degli standard internazionali in merito a questioni fondamentali come il principio di specialità - ossia i dati devono essere usati solo per ragioni specificate nell'intesa, ossia fiscali - o il rispetto della protezione dei dati, ma anche il rispetto dei diritti umani. Su proposta dell'UDC, le autorità elvetiche dovranno anche tenere conto della situazione in materia di prevenzione della corruzione.

Sui rapporti in questione dovranno pronunciarsi le commissioni competenti di entrambe le Camere. Qualora dovessero esprimersi negativamente, lo scambio di informazioni verrebbe bloccato. Secondo il consigliere federale Ueli Maurer si tratta di un meccanismo di verifica unico nel suo genere a livello mondiale.

Esso dovrebbe rabbonire soprattutto quei deputati democentristi, ma non solo, preoccupati per i Paesi con i quali la Confederazione intende procedere allo scambio automatico di informazioni di carattere finanziario.

La lista comprende infatti Paesi come la Cina, la Russia, l'India, il Brasile, l'Indonesia, il Messico, la Colombia, l'Argentina, gli Emirati Arabi Uniti, tutti Paesi non certo ai primi posti per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani oppure conosciuti per l'alto grado di corruzione.

Nel corso del dibattito, in relazione a questi Paesi gli esponenti democentristi avrebbero voluto che il via libera allo scambio di informazioni fosse stato possibile sono in presenza di un livello di corruzione nel settore pubblico accettabile e di uno Stato di diritto corrispondenti a quelle di una democrazia.

Il plenum ha tuttavia spazzato via questa richiesta a suo dire già soddisfatta dal meccanismo di controllo. Diversi oratori, compreso il ministro delle finanze, hanno poi fatto notare che le singole persone dispongono pur sempre di mezzi legali per opporsi alla trasmissione delle informazioni che li concernono, specie se temono ripercussioni gravi sulla loro persona.

Prima dell'esame particolareggiato di ogni singolo accordo, l'UDC ha tentato invano di convincere il plenum a non entrare in materia sulle intese in questione, venendo tuttavia sempre battuta, ad eccezione dell'accordo con l'Arabia Saudita, bocciato un po' per caso dalla Camera.

A nome del suo gruppo, il banchiere Thomas Matter (UDC/ZH) si è battuto per un periodo di riflessione, nell'attesa di conoscere come funzionano, e se funzionano, i 38 accordi- come quello con l'Ue - già in vigore. Egli ha espresso preoccupazione soprattutto per la situazione dei diritti umani in certi Paesi e il pericolo cui sarebbero esposti gli Svizzeri all'estero.

Magdalena Martullo Blocher (ZH), imprenditrice e figlia dell'ex consigliere federale Christoph Blocher, ha rimproverato al Consiglio federale di voler giocare al «primo della classe», sacrificando in questo modo la protezione dei «nostri connazionali» all'estero, i quali sarebbero esposti a ricatti e altre nefandezza qualora i loro dati bancari cadessero nelle mani di funzionari corrotti. In Russia è possibile trovare su Internet i dati fiscali di tutti, ha dichiarato Matter, seguito da Martullo Blocher che ha fatto un esempio analogo per il Brasile.

Vi anche chi, sempre tra i democentristi, ha accennato ai tentennamenti degli Stati Uniti, che si guardano bene dall'aderire agli standard internazionali in materia di scambio automatico di informazioni bancarie, benché siano la prima piazza finanziaria al mondo.

Rispondendo a queste critiche, il consigliere federale Ueli Maurer ha invitato i membri del suo partito a dar prova di pragmatismo. La Svizzera, ha poi sottolineato, non ha lo stesso peso degli Stati Uniti e nascondersi dietro questo Paese non porterebbe a nulla. Lo scambio automatico è un processo in corso cui la Svizzera ha volente o nolente dovuto adeguarsi per salvaguardare la reputazione della propria piazza finanziaria ed economica, ha poi spiegato il ministro delle finanze, secondo cui è «ingenuo» pensare di bloccare questa evoluzione.

Un concetto ribadito anche da PLR e PPD, mentre specie da sinistra si è insistito una volta di più sulla necessità di contrastare l'evasione e la frode fiscale. Non bisogna avere «compassione per i frodatori del fisco», ha sostenuto Lisa Mazzone (Verdi/GE), siano essi Svizzeri o stranieri.

Altri oratori hanno fatto notare che è nell'interesse della Svizzera avere buone relazioni con paesi economicamente importanti come la Cina con cui vige un accordo di libero scambio, oppure l'India, o altre piazze finanziarie.

Come indicato, il plenum ha rinviato all'esecutivo, nonostante l'opposizione dei campo rosso-verde, l'accordo con la Nuova Zelanda, Paese che ospita 7 mila Svizzeri. Quest'ultimi hanno diritto a una rendita di vecchiaia dopo dieci anni di residenza anche se non hanno pagato i contributi. Qualora ricevano anche una rendita dalla Svizzera, quest'ultima rischia di venir incamerata dal fisco locale. È probabile che qualcuno non abbia dichiarato tali rendite che vengono versate su conti bancari in Svizzera.

Per questo il plenum auspica che il Consiglio federale si attivi col governo di Wellington allo scopo di negoziare una convenzione di sicurezza sociale volta a proteggere i pensionati svizzeri che vivono in questo Paese.

La sinistra ha mostrato poca comprensione per questa argomentazione, sostenendo che gli Svizzeri all'estero devono adeguarsi alle leggi locali, così come si pretende dagli stranieri che vivono da noi. Finora Wellington, ha ricordato Louis Schelbert (Verdi/LU), si è sempre rifiutata di entrare nel merito per quanto attiene alla conclusione di accordi di sicurezza sociale.

La lista completa dei nuovi 41 Stati e territori del CF

Stati del G20: Argentina, Arabia Saudita, Brasile, Cina, India, Indonesia, Messico, Russia, Sudafrica;

Stati membri dell'OCSE: Cile, Israele, Nuova Zelanda;

Importanti partner economici e commerciali della Svizzera: Liechtenstein, Colombia, Malaysia, Emirati Arabi Uniti;

Stati e territori ubicati in Europa che intrattengono relazioni con l'Ue: Andorra, Isole Faroe, Groenlandia, Monaco, San Marino;

Stati e territori con piazze finanziarie d'importanza settoriale o regionale: Antigua e Barbuda, Aruba, Barbados, Belize, Bermuda, Costa Rica, Curaçao, Grenada, Isole Cayman, Isole Cook, Isole Marshall, Isole Turks e Caicos, Isole Vergini britanniche, Mauritius, Montserrat, Saint Kitts e Nevis, Saint Lucia, Saint Vincent e Grenadine, Seychelles, Uruguay.

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