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BERNAUn licenziamento da rivedere al Dipartimento della difesa

12.07.17 - 14:50
Il TAF ha accolto il ricorso di un ex alto funzionario. Secondo i giudici l'inchiesta precedente presentava «gravi lacune»
archivio Keystone
Un licenziamento da rivedere al Dipartimento della difesa
Il TAF ha accolto il ricorso di un ex alto funzionario. Secondo i giudici l'inchiesta precedente presentava «gravi lacune»

BERNA / SAN GALLO - Lo Stato maggiore dell'esercito deve rivedere il licenziamento di un alto funzionario del Dipartimento della difesa, avvenuto il 21 ottobre del 2015. Il Tribunale amministrativo federale (TAF) ha accolto un ricorso dell'uomo in questo senso.

I giudici di San Gallo nella loro sentenza di maggio sono arrivati alla conclusione che il licenziamento, nonché l'inchiesta su cui si basava quest'ultimo, presentavano «gravi lacune». Il decreto dello Stato maggiore è stato quindi annullato e ora le autorità devono nuovamente chiarire la vicenda. Sul caso ha informato oggi la "Berner Zeitung". L'ats dispone di una copia della sentenza del TAF.

Il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) al momento non si è sbilanciato: «Dal momento che si tratta di un processo ancora in corso, non possiamo esprimerci a riguardo», ha precisato all'ats la portavoce Karin Suini. Quest'ultima non ha nemmeno voluto rivelare se lo Stato maggiore ha fatto ricorso contro la decisione presso il Tribunale federale.

Licenziato ma con salario da quasi due anni - Secondo il TAF, il responsabile di un'unità amministrativa dello Stato maggiore era stato congedato il 21 ottobre del 2015, ossia quasi due anni fa. L'uomo ha però continuato a ricevere lo stipendio.

La causa del licenziamento era il suo modo di dirigere, di cui alcuni dipendenti si erano manifestamente lamentati. Secondo loro il dirigente era «dispotico, autoritario, prepotente e distaccato». È stato anche accusato di essersi espresso «in modo diffamatorio» su alti quadri dell'esercito.

Le autorità avevano condotto un'inchiesta interna. Dopo otto mesi, i responsabili del DDPS erano arrivati alla conclusione che il dirigente doveva essere licenziato. L'uomo in questione si vede però come «una vittima di mobbing da parte di alcuni colleghi».

Il TAF ha rimandato il dossier alle autorità dell'esercito.

Caso simile pendente - Un altro caso è pendente al DDPS. In gennaio, il consigliere federale Guy Parmelin ha ordinato l'apertura di un'inchiesta amministrativa al fine di esaminare i rimproveri indirizzati al divisionario Andreas Stettbacher, medico in capo dell'esercito. Si tratta in particolare di verificare le circostanze in cui si è decisa la sospensione di quest'ultimo.

Andreas Stettbacher è stato esonerato provvisoriamente dalle sue funzioni lo scorso 9 dicembre per sospetti reati patrimoniali nonché reati contro i doveri d'ufficio e i doveri professionali.

Il responsabile del DDPS Parmelin ha deciso di far esaminare da un perito esterno la situazione «per accertare le accuse» mosse nei confronti di Stettbacher.

Comandante della Sicurezza militare destituito - Un terzo caso risale infine allo stesso periodo del licenziamento dell'alto funzionario del DDPS, nell'ottobre del 2015. Si tratta del comandante della Sicurezza militare, il brigadiere Beat Eberle. Sulle motivazioni è stato deciso di mantenere il silenzio.

Il Consiglio federale aveva nominato Eberle, 55 anni, come comandante della Sicurezza militare a marzo 2012. Precedentemente era stato tra le altre cose comandante della SWISSCOY in Kosovo, addetto alla difesa a Stoccolma e comandante della polizia cantonale grigionese.

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